BEATI I MITI – Quarta Parte

Perché di essi sarà la terra!

“E tu Betlemme di Efrata, così piccola per essere tra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore di Israele”. E come uscirà questo dominatore? Il tuo re viene seduto sora un puledro d’asino, dal quale subito scenderà perché come un agnello sarà condotto al macello…

Senza inutile scalpore, senza spettacolari apparizioni, il Messia si attende in silenzio nell’umiltà, nella pace di una notte orientale.

E’ solo un bambino che vagisce tra le braccia di una madre e che, bisognoso di tutto s’affida totalmente a noi, oggi nella culla, domani nell’Eucaristia, sempre nella fragilità della nostra condizione umana, scegliendo i simboli della nostra bontà: buono come un bambino, buono come il pane.

Gesù ha rivestito la nostra condizione umana; proprio nel senso di humus, umile, impastata cioè di polvere. Eppure Gesù l’ha accettata e ha stretto proprio con la terra un rapporto costante perché sua missione è anche” rinnovare la faccia della terra”.

Sulla terra infatti, ha scritto i nostri peccati, dalla terra ha sollevato gli storpi, con la terra ha ridato la vista ai ciechi, sulla terra per ben tre volte è stramazzato durante il doloroso viaggio sul Golgota, sulla terra è stato piantato il legno della croce, sulla terra goccia a goccia, si è rappreso il Suo sangue di Giusto, alla nuda terra è stato affidato il Suo corpo di Salvatore.

Nessuna reazione in questo Messia che, in obbedienza allo Spirito, si lascia “condurre” e poi “deporre” da satana, suo nemico dichiarato, prima sul pinnacolo del tempio, poi sopra un monte altissimo…

Il mite di cui parla Gesù, è così ebbro della volontà del Padre, è talmente ricco del suo amore che non sente la necessità di lottare per vendicarsi di un torto subito, non gli interessa di difendersi dall’ingiuria infamante, non sgomita per conquistare il primo posto che non gli interessa perché l’ ha riservato al suo Signore.

Il mite della beatitudine è chi riconoscendosi humus, fragile, debole, non ha pretese di sovrastare gli altri, anzi è aperto agli altri, capace di amare gli altri, cos’ come si sente amato da Dio, ammirato da Dio, preferito dal Padre.

Martin Luther King, Gandhi, Papa Giovanni Paolo, Madre Teresa di Calcutta, Padre Pio, P Pino Puglisi…..quanti testimoni di una mitezza che, nel dono della propria vita, nella lotta contro l’ingiustizia, nella difesa dei diritti umani, nella serenità di un sorriso, hanno ereditato quella terra con cui Dio ci ha plasmato nel Paradiso terrestre e che Cristo con il suo sangue ha redento, quella terra che è il cuore dell’uomo.