I Vangeli ci hanno consegnato dei ritratti vivi di Gesù come uomo di preghiera: Gesù pregava. Nonostante l’urgenza della sua missione e l’impellenza di tanta gente che lo reclama, Gesù sente il bisogno di appartarsi nella solitudine e pregare.
Gesù predica e guarisce, Egli è il Dio vicino, il Dio che ci libera. Eppure Lui si divincola; non finisce ostaggio della gente ,e quando i discepoli lo cercano, e non riescono a trovarlo, lo rintracciano in un luogo isolato, completamente assorto in preghiera. Gesù pregava con intensità, pensiamo per esempio, alla sua preghiera nel Getsemani, una preghiera non facile, anzi una vera e propria “agonia”, eppure una preghiera capace di sostenere il cammino della croce.
Gesù pregava come ogni uomo del mondo eppure c’era nel suo modo di pregare un mistero che non è sfuggito ai suoi discepoli, tanto da far dire loro :” Signore, insegnaci a pregare ”E Gesù non si rifiuta, Lui non è geloso della sua intimità col Padre, anzi è venuto proprio per introdurci in questa relazione con il Padre.
Noi non lo sappiamo se le preghiere che indirizziamo a Dio siano effettivamente quelle che Lui vuole sentirsi rivolgere. Il primo passo per pregare è essere umile. La preghiera umile è ascoltata dal Signore, come quella del pubblicano che si riconosce peccatore e torna a casa giustificato. Anche noi dobbiamo chiedere che Lui ci insegni a pregare e Lui non lascerà cadere nel vuoto la nostra invocazione.
UNA PREGHIERA CHE CHIEDE CON FIDUCIA
Gesù ci invita a chiedere dicendo :” chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. La preghiera comincia in tutta semplicità, come i bambini si rivolgono al papà. E questa parola “Padre”, esprime la confidenza e la fiducia filiale. La preghiera del “Padre Nostro” affonda le sue radici nella realtà concreta dell’uomo. Infatti ci fa chiedere il pane, il pane quotidiano. La preghiera non inizia dopo che lo stomaco è pieno, al contrario nasce dovunque c’è un uomo che ha fame, piange, lotta e soffrendo, si domanda “perché”. Gesù non ci vuole disposti a sopportare tutto ma vuole che ogni sofferenza si slanci verso il cielo e diventi dialogo.
Avere fede, è un’abitudine al grido. La preghiera libera dalla disperazione di chi non crede a una via d’uscita da tante situazioni insopportabili.
Preghiamo il Padre nostro cominciando così semplicemente: “Padre” o “Papà”. E Lui ci capisce e ci ama tanto.