Come abbiamo bisogno del pane, così abbiamo bisogno del perdono. Anche se fossimo dei santi cristallini, restiamo sempre dei figli che al Padre devono tutto
L’atteggiamento più pericoloso di ogni cristiano è quello di chi pensa di avere i conti in ordine davanti a Dio. La superbia è il peccato che ci fa presumere di essere migliori degli altri, il peccato che ci fa credere di essere simili a Dio.
Noi siamo debitori di tutto perché in questa vita abbiamo ricevuto tanto: l’esistenza, un padre e una madre, l’amicizia, le meraviglie del creato… Anche se a tutti capita di vivere momenti difficili, dobbiamo ricordarci che la vita è una grazia, un miracolo. Siamo debitori perché anche se riusciamo ad amare, nessuno di noi può farlo da solo se non con la grazia di Dio: la luce che abbiamo è un riflesso della luca di Dio. Amiamo perché siamo stati amati, perdoniamo perché siamo stati perdonati.
COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI
Per quanto ci impegniamo a vivere secondo gli insegnamenti cristiani, nella nostra vita ci sarà sempre qualcosa di cui chiedere perdono: pensiamo ai giorni trascorsi pigramente, ai momenti in cui il rancore ha occupato il nostro cuore….
L due parti dell’invocazione si legano insieme con la congiunzione “come”. Chiediamo al Signore di rimettere i nostri debiti “Come” noi perdoniamo i nostri amici, la gente che vive con noi, i nostri vicini, la gente che ci ha fatto qualcosa di brutto.
Se non ti sforzi di perdonare, non verrai perdonato; se non ti sforzi di amare, nemmeno verrai amato.
Alla legge del taglione “quello che tu hai fatto a me, io lo restituisco a te”, Gesù sostituisce la legge dell’amore: quello che Dio ha fatto a me, io lo restituisco a te! E se non mi sento capace di perdonare, devo chiedere al Signore che mi dia la grazia di perdonare, perché è una grazia saper perdonare.