IL PADRE NOSTRO DI PAPA FRANCESCO NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE

Dobbiamo escludere che Dio sia il protagonista delle tentazioni che si presentano alla vita dell’uomo.

Non dimentichiamo che il Padre nostro incomincia con “Padre” E un padre non fa dei tranelli ai figli, non si diverte a metterli alla prova. Semmai il contrario: quando il male si affaccia nella vita dell’uomo, combatte al suo fianco perché possa esserne liberato. Un Dio che combatte per noi, non contro di noi. E’ il Padre!!

Questi due momenti, la prova e la tentazione, sono stati misteriosamente presenti nella vita di Gesù stesso. In questa esperienza il Figlio di Dio si è fatto completamente nostro fratello, non ci ha lasciati soli, è sempre con noi, perché è Padre e non può abbandonarci.

Nel tempo dell’agonia, Dio chiede all’uomo di non abbandonarlo, e l’uomo invece dorme. Nel tempo in cui l’uomo conosce la sua prova, Dio invece veglia, veglia con noi, lotta con noi, è sempre vicino a noi. Perché? 

Perché è PADRE. Da quando Gesù ha attraversato la valle della prova, questa non è più desolata, ma è benedetta dalla presenza del Figlio di Dio. Lui non ci abbandonerà mai!!

MA LIBERACI DAL MALE

L’apostolo Pietro dice anche che il maligno, il diavolo, è intorno a noi come un leone furioso pronto a divorarci e noi chiediamo a Dio di liberarci.

La preghiera cristiana è una preghiera filiale, non una preghiera infantile che chiude gli occhi di fronte al male. Il cristiano è consapevole che c’è un male misterioso che penetra tra le pieghe della storia e silenzioso come il serpente che porta il veleno silenziosamente. 

In qualche momento pare prendere il sopravvento: in certi giorni la sua presenza sembra perfino più nitida di quella della misericordia di Dio.

Lo stesso Gesù dice : ”Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io ma ciò che vuoi tu”. Gesù sperimenta per intero la trafittura del male. Non solo la morte, ma la morte di croce. Non solo la solitudine, ma anche il disprezzo, l’umiliazione, la crudeltà e l’accanimento contro di Lui. Il cristiano sa quanto sia soggiogante il potere del male e nello stesso tempo fa esperienza di quanto Gesù sia dalla nostra parte e venga in nostro aiuto.

Così la preghiera di Gesù ci lascia la più preziosa delle eredità: la presenza del Figlio di Dio che ci ha liberato dal male, lottando per convertirlo: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.”

Dal perdono di Gesù sulla croce, scaturisce la pace, la vera pace viene dalla croce: è dono del Risorto, un dono che ci dà Gesù.

Il Signore ci dà la pace, ci dà il perdono ma noi dobbiamo chiedere:” liberaci dal male!”, per non cadere nel male.

OVUNQUE TU SIA, INVOCA IL PADRE

La preghiera cristiana nasce dall’audacia di chiamare Dio con il nome di “Padre”.

Gesù è il rivelatore del Padre e ci dona la familiarità con Lui. Lui stesso nella notte del Getsemani invoca Dio col nome di Abbà, con fiducia filiale e, pur sentendo paura e angoscia, chiede che si compia la sua volontà.

La preghiera deve essere insistente  e soprattutto deve portare il ricordo dei fratelli, specialmente quando viviamo rapporti difficili con loro.

Nel Vangelo di Luca, Gesù soddisfa pienamente la richiesta dei discepoli che, vedendolo spesso appartarsi e immergersi in preghiera, un giorno si decidono a chiedergli: “Signore, insegnaci a pregare!”. E allora il Maestro insegnò

 Loro la preghiera al Padre.

Non bisogna dimenticare che protagonista di ogni preghiera cristiana è lo Spirito Santo. Noi non potremmo mai pregare senza la forza dello Spirito Santo. E’ Lui che prega in noi e ci muove a pregare bene.

Lui soffia nel cuore di ognuno di noi e ci rende capaci di pregare come figli di Dio, quali realmente siamo per il Battesimo.

Possiamo ripetere quella preghiera di Gesù :”Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli”

Per pregare dobbiamo farci piccoli, perché lo Spirito Santo venga in noi e sia Lui a guidarci nella preghiera.