In una società che tutto ha contestato e messo in discussione, purtroppo, la figura del prete, anche per le controtestimonianze e gli scandali di alcuni, non è stata risparmiata.
In queste poche righe vorremmo allora portare l’attenzione sui tanti preti che generosamente fanno il loro dovere nelle nostre parrocchie e comunità e, proprio per questo, non sono degnati di alcuna attenzione dai media.
Parliamo dei preti che sono semplicemente “preti”. Infatti ad eccezione di chi per varie ragioni ha ricevuto un incarico inerente a specifiche problematiche sociali, come disoccupazione, salute, dipendenze… il prete non è un sociologo né uno psicologico; non è un sindacalista né un attivista politico; non è un assistente sociale, né un medico, né un surrogato di figure parentali assenti. No, il prete non è nulla di tutto questo, benché sia attento alle problematiche connesse a questi ruoli, chiamando in causa, se necessario, le figure competenti.
In questo tempo di rapidi cambiamenti sono molti gli attacchi alla fede e spesso il prete si trova in prima linea. Egli è “uomo di Dio” e, come ogni cristiano, non appartiene al mondo ma è “immerso nel mondo” e ne sperimenta tutte le insidie. Questo è il suo posto. A differenza del religioso consacrato (suora, monaco, frate…), che vive una relazione particolare con le cose di Dio per portarle nel mondo, il prete vive nella mai conclusa opera di portare le persone e le cose del mondo nella realtà di Dio.
È un compito immane, ma in esso è assistito dalla grazia e dall’amicizia di Dio. E dalla nostra preghiera. Chiediamo al Signore che assista i nostri preti, li ricolmi dello Spirito Santo, li fortifichi nella fede. Possano essi continuare a guidare con amore il gregge loro affidato, ad annunciare con coraggio il Vangelo, a celebrare con devozione il Sacrificio Eucaristico.
Si, ne siamo certi! Per la loro santità alle nostre comunità non verranno mai a mancare la Parola di Verità e il Pane di Vita.
Don Pietro Roberto Minali