Festa che commemora il recupero della preziosa reliquia della Croce di Gesù da parte dell’imperatore Eraclio, nel 628, dopo il primo ritrovamento che ha avuto luogo a Gerusalemme sotto l’imperatore Costantino il Grande sulla collina del Golgotha.
Il 13 settembre del 335 d.c. venne consacrata la basilica del Santo Sepolcro. Questa celebrazione si lega al venerdì Santo.
La liturgia della Parola evidenzia in maniera egregia il tema della croce. Il serpente sospeso in aria da Mosè, infatti, per intervento divino guarisce chi è stato morso nel deserto, luogo di fame, siccità e prova.
Nella sua predicazione Gesù parlando di sé e del suo innalzamento sulla croce fa riferimento all’episodio del libro dei Numeri (cap 21,4-9) Su quest’albero, infatti, il Redentore sarà trafitto con grande umiliazione, ma egli farà tale supplizio in obbedienza al volere del Padre e per la salvezza di tutti coloro che volgeranno a lui lo sguardo e in tal modo saranno redenti.
In questa festa si sottolinea l’efficacia salvifica della croce. Nelle acque del Battesimo siamo stati liberati dal peccato originale, e siamo entrati a far parte della comunità cristiana.
Con il segno della croce siamo stati poi, segnati con il Sacro Crisma sulla fronte, affinché nessuno di noi si dimentichi di essere testimone di Cristo nel mondo.
Venanzio Fortunato (530-607 d.c.) nell’inno “Vexilla Regis prodeunt” sottolinea che la croce per Cristo è trono, altare, talamo.
La croce “scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani” è per noi cristiani invece un mistero pieno di luce e di splendore.
Oggi la Santa Croce segno di salvezza si trova dovunque e nonostante alcune note di paganesimo rimane un segno di speranza per tutti.