“NON PRONUNCERAI INVANO IL NOME DEL SIGNORE”

Giustamente leggiamo questa parola come l’ invito a non offendere il nome di Dio ed evitare di usarlo inopportunamente. Nella Bibbia il nome rappresenta la verità intima delle cose e, soprattutto delle persone e rappresenta spesso la missione. Non a caso spesso Dio Padre o Gesù cambia il nome di quegli uomini ai quali conferisce una missione importante: (Abraham diventa Abramo; Simon Pietro diventa Pietro, la roccia; Levi diventa Matteo; Saulo diventa Paolo), per indicare il cambiamento di direzione della loro vita. E conoscere veramente il Nome di Dio porta alla trasformazione della propria vita. Nei riti ebraici viene proclamato solennemente il Nome di Dio soltanto nel Giorno del Grande Perdono, perché per mezzo del Suo nome si viene a contatto con la vita stessa di Dio. Questo Comandamento è il richiamo a ricordarci che siamo stati battezzati “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Insegnare ai bambini a fare bene e con consapevolezza il segno della croce, è il primo Atto di Fede da trasmettere. Allora, prendere su di sé il nome di Dio vuol dire assumere su di sé la Sua realtà ed entrare in una relazione stretta con Lui, senza falsità né ipocrisie. Se si moltiplicassero i cristiani che sono capaci di fare questo, l’ annuncio della Chiesa verrebbe maggiormente ascoltato perché sarebbe più credibile.