Gesù accoglie i peccatori e mangia con loro. È quello che accade a noi, in ogni celebrazione eucaristica: Gesù è contento di accoglierci alla sua mensa, dove offre se stesso per noi.
Nel racconto della pecora smarrita il pastore fa due calcoli e ne sacrifica una per mantenere le novantanove. Dio invece non si rassegna, a Lui sta a cuore proprio tu che ancora non conosci la bellezza del suo amore, che non riesci a superare il tuo peccato. Nel secondo racconto tu sei quella piccola moneta che il Signore non si rassegna a perdere e cerca senza sosta: vuole dirti che sei prezioso ai suoi occhi.
E nel terzo racconto Dio è padre che attende il ritorno del figlio prodigo; Dio sempre ci aspetta, non si stanca, non si perde d’animo. Perché siamo noi, ciascuno di noi quel figlio riabbracciato, quella moneta ritrovata, quella pecora rimessa in spalla. (Luca 15, 1-32)