NATALE DEL SIGNORE – 25 Dicembre 2022

Lc 2,1-14

Il Vangelo del Natale (Lc 2,1-14) ci racconta la nascita di Gesù. E la sua attualizzazione è sorprendente, una vera sovversione proprio riguardo all’immagine di Dio, e una equivalente consolazione Dio nasce nella laicità della storia, non in luoghi considerati sacri, per questo separati, protetti privilegiati. Nasce fuori dal tempio; lontano dalle classi sacerdotali, dai funzionari del culto; lontano dai palazzi del potere politico, economico, militare, religioso. Nasce figlio di un popolo povero, oppresso dall’impero romano. È rifiutato ancor prima di venire alla luce, quando Maria e Giuseppe, non accolti, hanno trovato rifugio in una stalla: «Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché non avevano trovato altro posto.» Dio nascendo nel bambino Gesù in quel luogo, per quel motivo condivide da subito la condizione di tutti i bambini ma in modo del tutto speciale, quella dei bambini/e figli di genitori e di popoli impoveriti, oppressi, rifiutati immigrati nomadi, carcerati, ammalati… È un Dio che si rivela impotente nel mondo, come quando sarà crocifisso sulla croce; ma solo così partecipe in modo pieno e definitivo della nostra storia umana. Concretezza e mistero della nascita del Bambino si richiamano una nell’altro; come pure gli angeli, misteriosi messaggeri del mistero, e i pastori, considerati ai margini della società. La buona notizia che essi sono chiamati a constatare e a contemplare è «un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia».