Dal vangelo secondo Matteo Mt 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia,i face per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua ed ecco si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
La Chiesa questa domenica ci invita a rifettere sul senso e sul significato della nostra esistenza. Il Vangelo di Matteo infatti, ci racconta che Gesù ormai adulto, da Nazaret dove aveva trascorso la sua infanzia e la prima giovinezza, si reca al fiume Giordano per farsi battezzare da Giovanni, «il più grande tra i nati da donna», come lui stesso lo proclama (Mt 11,11).
La sorpresa di Giovanni nel vedere Gesù è così grande che cerca in ogni modo di dissuaderlo dal compiere questo gesto, dicendogli: «Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te e tu invece vieni da me?» Ma Gesù gli risponde: «Lascia fare per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà
di Dio sino in fondo». II battesimo nel fiume Giordano inaugura pubblicamente la missione di Gesù benedetta dal Padre nella potenza dello
Spirito Santo. Una missione che lo chiama a condividere fino in fondo, nella quotidianità della vita, con gli uomini del suo tempo, le attese e le speranze offerte dal piano di salvezza di Dio. Anche a noi oggi il Signore chiede di affidargli i nostri progetti di vita personali e familiari perché possano contribuire a realizzare il suo disegno di salvezza universale. Ma perché ciò possa accadere è necessario ritrovare quel senso di semplicità ed umiltà che può nascere solo dal sentirci umili e fragili creature nelle mani amorevoli del loro creatore. Decidersi per il battesimo implica dunque la consapevolezza e la volontà personale di immergere, di annegare nell’acqua il nostro uomo “vecchio” dal cuore arido, indurito, carico di orgoglio e di delirio di onnipotenza, per poi riemergere purificati come uomini nuovi ricchi della grazia e dell’amore misericordioso di Dio.