Alcune volte abbiamo sentito parlare del Crocifisso come qualcosa di ingombrante, una presenza da rimuovere.
Per i credenti un simbolo religioso di fede, per molti non credenti, di buona volontà e rispettosi degli altri, un simbolo culturale, una icona della donazione totale, della non violenza, dell’amore alla verità, della fedeltà ai propri valori, della vicinanza ai deboli, ai poveri, agli indifesi.
In una parola: un simbolo dell’amore di Dio per l’uomo, e nello stesso tempo un simbolo dell’Uomo-Dio, cioè di Gesù Cristo, per l’uomo per tutto l’uomo, per ogni uomo.
Il simbolo di un Amore così grande da lasciarsi crocifiggere. Le sue braccia aperte sono segno di accoglienza rivolte a tutti specialmente ai più deboli, ed ai calpestati dalla Storia.
Chi può avere paura dell’Uomo Crocifisso?
A chi può far paura?
Ha scritto così Papa Benedetto XVI: “Non è il potere che redime, ma l’amore! Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore…
Il Dio, che diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori.
Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini!”