Il mio vagabondare tu, Signore, lo registri, le mie lacrime nell’otre tuo raccogli…
La frase di apertura di questa supplica di un uomo sofferente e perseguitato è forse una delle più belle frasi del Salterio. Dio nel libro della storia raccoglie gli eventi, le parole, le azioni, le gioie dell’umanità. Segue il cammino degli uomini nel loro vagabondare, annota anche le lacrime che essi versano e che nessuno si preoccupa di consolare.
Le lacrime sono agli occhi di Dio realtà preziose come l’acqua, il vino, il latte.
Dio nel suo scrigno registra e conserva come tesori tutte le sofferenze dell’umanità.
Colui che prega affronta senza paura il suo futuro sapendo che nessuno in realtà lo potrà staccare da Dio.