Non è un nemico che mi ha insultato: l’avrei sopportato! Ma sei tu, mio caro compagno…
“Guai a chi è solo”! , così scrive il libro del Qohelet (4,10).
La solitudine spesso nasce da un amore tradito ed è una malattia dell’anima. La preghiera contiene la storia di una amicizia che si è infranta, il tempo in cui i due amici salivano insieme al tempio, uniti nei canti, nella gioia e nella preghiera. Analoga esperienza ha vissuto Giobbe quando anche gli amici più cari si sono rivoltati contro di lui (19 cap.).
La solitudine è un deserto, è povertà, è un segno di morte.
Anche Gesù di Nazareth ha vissuto questa esperienza, è stato tradito da Giuda, rinnegato da Pietro, abbandonato dai discepoli, insultato e deriso dai soldati e dei passanti…Facciamo nostra questa preghiera e ci rivolgiamo a Dio perché si accosti a noi e rompa la nostra solitudine.