Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te mi rifugio… finché sia passato il pericolo.
In questa supplica accorata il salmista ci fa capire che sono tanti i persecutori che lo tormentano.
La cattiveria umana è così forte da sentire quasi la carne dilaniata ed il cuore squarciato. Questa preghiera si trasforma, allora, in un canto di speranza, l’orante si rifugia all’ombra delle ali di Dio. Le ali di Dio sono quelle dei cherubini, le statue che sostenevano l’arca dell’alleanza posta all’interno del tempio di Gerusalemme. Nella seconda parte vengono sottolineate due virtù: la fedeltà e la grazia, sono queste che aprono ad una svolta positiva.
“Voglio cantare al Signore, voglio svegliare l’aurora”.
Ormai sorge il sole che dirada le tenebre ed il male viene vinto.