Vangelo Gv 11, 1-45
Vedendo piangere Marta e Maria anche Gesù “ si commosse
profondamente, si turbò” e infine “scoppiò in pianto”. Il cuore di
Cristo è divino-umano.
Gesù è l’icona di Dio che è amore, misericordia, tenerezza.
Dinanzi alla tomba di Lazzaro Gesù, “gridò a gran voce: “ Lazzaro, vieni fuori!”
Questo grido viene rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati
dalla morte. Egli ci invita ad… delle nostre morti, a lasciarci
liberare dalle bende dell’orgoglio e di tanti idoli.
Gesù è più forte nei confronti della morte: ridona la vita al figlio
della vedova di Nain (Lc 7,11-17) e alla fanciulla di dodici anni
(Mc 5, 35-43) anche se i presenti lo prendono in giro.
Cristo rompe il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza
di Dio, che è vita, vita eterna. La risurrezione di Lazzaro è segno
del suo pieno dominio dulla morte fisica, che davanti a Dio è
come un sonno. (Giv 11,11)
C’è un’altra morte, quella spirituale, il peccato, che minaccia di
rovinare l’esistenza di ogni uomo.
Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sia risurrezione è
l’apertura di una nuova realtà.
Come Gesù è risorto con il proprio corpo, così noi risorgeremo coi
nostri corpi che saranno trasformati in corpi gloriosi.