Gesù è nato per compiere gli eventi di cui noi facciamo memoria nella Settimana Santa. In essi, infatti, Gesù rivela l’amore di Dio e nello stesso tempo il mistero della nostra vita che ci è stata data per essere donata. I riti della Settimana Santa sono i più antichi e i più importanti di tutto l’anno liturgico. La Domenica delle Palme celebra l’ingresso di Gesù in quella Gerusalemme, dove nella sua ultima Cena il Signore istituirà l’Eucarestia (Giovedì santo), il sacramento che renderà presente in ogni tempo il sacrificio della croce (Venerdì santo) per “attirare tutti a sè” ed offrire a tutti l’infinta misericordia di Dio. Infine, la Veglia pasquale, celebra quel Battesimo che ci fa partecipi della croce di Cristo, cioè della vita donata per amore, per essere un giorno partecipi anche della sua gloria. A questi momenti fondamentali del culto cristiano, la pietà popolare, nel corso dei secoli, ha aggiunto altre espressioni di fede: la visita all’Eucarestia nelle diverse chiese il Giovedì santo; la Via Crucis il Venerdì santo; processioni e formule di preghiera che fanno memoria della passione, morte e risurrezione di Gesù, come pure delle sofferenze della Vergine Maria… Tutte queste devozioni sono complementari, cioè hanno un senso pieno se si aggiungono ai riti liturgici della Chiesa. Diversamente sarebbe come accumulare un ricco arredamento senza avere la casa.
SILVANO SIRBONI