Don Lorenzo Milani, prete della diocesi di Firenze, di cui celebriamo il centenario della nascita avvenuta il 27 maggio 1923, ci ha lasciato l’esempio di una vita cristiana e sacerdotale vissuta come donazione a Dio ed ai fratelli di Calenzano e di Barbiana.
Una vita di soli 44 anni, non esente da incomprensioni e fragilità con i presbiteri e con il vescovo, ma vissuta sotto il segno della grazia. Figlio di una famiglia dell’alta borghesia di Firenze, ricca di beni materiali e di cultura; di origine ebraica per parte della madre, fu battezzato per sfuggire all’onda antiebraica. Durante l’adolescenza tenne verso la religione un atteggiamento di indifferenza. Dopo il diploma di maturità classica intraprese la strada della pittura, e cominciò a riflettere sulla società composta da poveri e da ingiustizie.
Aiutato da un sacerdote intraprese la strada del Seminario per diventare presbitero. Il suo ministero pastorale lo svolse all’insegna dello studio del territorio e dei suoi veri problemi; ignoranza, povertà, ingiustizie.
A Barbiana concluse la sua esistenza a causa di una sofferta malattia; testimoniando così la sua totale donazione a Dio ed ai poveri.