ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – 13 Agosto 2023

Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,39-56

La pagina di vangelo che illumina questa festa mariana è, almeno nella sua prima parte, il racconto di una trama fitta di relazioni, fatte di parole e di silenzi, di movimento e di sosta. Sono relazioni tessute dalla gioia dell’incontro e dalla riconoscenza. Sia a Maria che ad Elisabetta è accaduto qualcosa di sorprendente, di inatteso. Elisabetta non aveva più l’età per la maternità, ma sta per mettere al mondo un figlio; Maria si trovava in una condizione per la quale attendere un figlio poteva essere una prospettiva futura e che comunque avrebbe dovuto realizzarsi con modalità non così singolari. Stanno ancora cercando di capire: avvertono, forse in modo non ancora del tutto chiaro, che qualcosa di grande è accaduto in loro, ma faticano ancora a comprendere appieno il significato. Dentro di loro sembrano mescolarsi gioia ed inquietudine. Maria sente il desiderio di muoversi, di andare, di incontrare. Elisabetta accoglie la sorpresa dell’incontro come una benedizione. Entrambe hanno il bisogno dell’incontro come momento di reciproco riconoscimento. Dal loro incontrarsi e dal loro rimandarsi il senso di ciò che in loro è avvenuto sgorga la riconoscenza, il riconoscimento genera la riconoscenza, la quale si fa parola solo dopo l’incontro, l’incrocio degli sguardi. Più ancora che in un gioco di specchi, nell’altro mi vedo e mi riconosco e comprendo appieno me stesso.

Il saluto di Maria provoca il sussulto della vita che sta crescendo nel grembo di Elisabetta. Le parole di meraviglia e di benedizione di quest’ultima spingono Maria alla preghiera di lode. Il magnificat non sgorga immediatamente dopo l’annunciazione, nella solitudine della sua casa.

Maria penetra totalmente il senso di ciò che le accade solo nel rimando che gliene fa la cugina Elisabetta, e cioè dentro una relazione di affetto e di amicizia. La festa di oggi è, si dice, anche la festa del corpo. L’assunzione di Maria “nel suo vero corpo” è, in fondo, assunzione di tutta la sua e nostra umanità. Con lei è redento e glorificato tutto ciò che è pienamente umano, a partire dal corpo, straordinario ed invalicabile strumento delle nostre relazioni, del nostro affetto, dei nostri sguardi, dei nostri sorrisi, dei nostri gesti di riconoscenza, della nostra preghiera, del nostro credere.