XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – 24 Settembre 2023

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 20,1-16

Siamo davanti ad una scena visibile, palpabile, concreta, davvero di tipp giornalistico. C’è un “chi”, un “quando”, un “dove”, un “perché” ed un “come”: le cinque W che un bravo cronista deve rispettare per essere fedele al suo ruolo. C’è, infatti, un “tale”, un datore di lavorm che al “mattino presto”, davvero, le ore più preziose di una giornata!, va “in piazza”, luogo di raduno, aperto a tutti, spazio per la comunità, a “cercare lavoratori” per la sua vigna, “concordando” con loro, quindi senza imposizioni, né rischi di sfruttamento!, il salario di una giornata di lavoro. La scena, resa ancora più viva grazie al dialogo che si intreccia tra i vari personaggi, si ripete per ben quattro volte, senza ombra di stanchezza o sentore di inutilità. E la giornata passa così, facendo ognuno il proprio dovere, per quanto sa fare e per quanto gli compete. Al momento di tirare le somme i conti si fanno proprio a partire dagli ultimi. E qui si scatenano i malumori! Chi ha lavorato solo al tramonto guadagna come quelli che hanno faticato sotto il sole. Ma la giustizia dov’è? Come è possibile mettere sullo stesso pian chi nella vita ha avuto tutto facile e chi invece se l’è dovuta sudare, tra fatiche e dolori? Che Padre è Colui che ripaga tutti allo stesso modo enon fa differenza tra “popolo eletto” e “gentili”?. No, non ci sono privilegi nel regno di Dio, come non dovrebbero esserci, mai, nel cuore e nella vita di una famiglia, di un paese, di una comunità