Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,37-40
Gesù ha un compito: attraverso la sua Parola, le sue azioni, i suoi sguardi d’amore infinito, riportare l’umanità nella dimensione per la quale ogni uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Nessuno deve andare perduto, Dio vuole che tutti siano salvati. Gesù ha il compito di testimoniare questa salvezza mediante la sua risurrezione, che nell’ultimo giorno avverrà per tutti coloro che hanno creduto in Lui. Egli infatti afferma: “E questa è la volontà di colui che mi ha mandato che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno”. Ma cosa deve fare l’uomo per ottenere la vita eterna, visto che nel suo cuore vorrebbe vivere sempre? Credere che Gesù è il figlio di Dio non solo a parole, ma con la testimonianza della vita. “Questa è infatti la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Queste parole costituiscono una prova del grande amore che Dio ha per ognuno di noi, tutti siamo creature importanti e uniche ai suoi occhi . La venuta del Figlio sulla terra trova la sua ragion d’essere in questa visione da parte dell’uomo che diventa salvezza eterna. Una visione che si traduce in volontà di abbracciare Gesù che diventa meta della nostra esistenza, strumento per riportare la nostra vita così com’era nella mente di Dio, prima del peccato originale. Per questo il Signore, fino all’ultimo giorno, avrà come preoccupazione che tutti prendano coscienza che l’esistenza terrena ha un senso se vissuta guardando alla realtà eterna. Perciò la morte sarà solo un passaggio. L’uomo in Gesù riscopre che una vita va sempre considerata come un progetto di Dio, prezioso per Lui, che non può né perdersi, né finire.