L’INCONTRO CON L’AMORE – 1ª PARTE

“Quale essere vivente non vedrà la morte?” (Salmo 88,49)
“Amante della vita” (Sapienza 11,26), Dio non ha creato la morte e non gode della rovina dei viventi.
“Io non godo della morte di chi muore. Forse che io ho piacere della morte del malvagio?” (Ezechiele 18,32)
“Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza, tutto viene dal Signore” (Siracide 11,14).
Tutta la Sacra Scrittura mette insieme le due dimensioni il peccato e la morte.
E nella coscienza dei cristiani è vivo il sentimento della morte come castigo di Dio.
A tutti gli esseri del creato Dio ha assegnato una durata temporanea.
Nella morte c’è un doppio aspetto: la fine di una vita e poi l’angoscia che accompagna la fine, specialmente lo strappo dagli affetti più cari.
Dio aveva fatto l’uomo poco meno degli angeli, lo aveva coronato di gloria e di onore, dandogli potere sulle opere delle sue mani (Salmo 8).