XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – 12 Novembre 2023

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25,1-13

L’attesa spesso può diventare logorante se non si fa scorta di olio, cioè di speranza di una vita diversa, che abbia un senso. La parabola delle vergini è molto calzante con la vita attuale: la nostra esistenza è sempre attesa di un qualcuno o un qualcosa che viene a dare senso alla nostra quotidianità; se non poniamo attenzione alla nostra vita interiore, si rischia di rimanere schiavi della paura, di un destino segnato, nel quale non ci si accorge delle trappole che noi stessi ci creiamo. La divisione nei due gruppi di vergini intende comunicare l’idea che la vita di ciascuno non è scontata in alcun senso, ma è dettata dall’orientamento che noi diamo alla nostra evoluzione personale. Il significato di queste metafore rivela verità basilari di vita cristiana: la lampada non può fare luce da se stessa, se non è alimentata. L’olio viene versato in “piccoli vasi”, simbolo della fragilità della nostra natura. Tra lampada e olio si colloca il gesto delle vergini, espresso dal verbo “prendere”, che esprime una decisione: l’individuo è portato a prendersi una responsabilità che tavolta pesa, che non è pienamente condivisa, per cui un atteggiamento egoistico e superficiale ha spesso il sopravvento su un atteggiamento rispettoso dell’altro. Bisogna credere in una vita cristiana o vivere nell’effimero di una società omologata a una cura del corpo e non dell’anima? Il desiderio immediato ci induce a pensare che è meglio vivere l’attimo fuggente. Ma se sappiamo leggere con lungimiranza, i segni dei tempi, sapremo illuminare la nostra vita con una linfa vitale che ci aiuta, nella solidarietà e nell’amore, a riconoscere il bene di una vita di comunione con l’altro.