SANTUARIO MADONNA DELLE LACRIME DÌ CHIUSA SCLAFANI

CHIUSA SCLAFANIIl Santuario si presenta a forma basilicale, a tre navate, con presbiterio e cupola; dispone di quindici cappelle e di una cripta nella quale si conserva la preziosa Immagine del Santo Volto di Gesù. La Chiesa, costruita nel 1771, fu benedetta ed aperta al culto il 21 novembre 1813; si tratta di un’opera veramente colossale, artisticamente bella, armonica, dalle linee architettoniche ben definite, dalla finezza e ricchezza degli stucchi. Il popolo di Chiusa è stato sempre santamente orgoglioso di avere costruito un’opera così grandiosa, frutto dei sacrifici di intere generazioni. Il terremoto del 1968 apportò notevoli danni alla magnifica costruzione: sono crollati i tetti, la volta centrale, le tre absidi. Per dodici lunghi anni la Chiesa è stata abbandonata a se stessa, soggetta alle intemperie, mentre nella navata centrale crescevano rigogliosi alberi. I lavori di restauro iniziati nel 1978 e ripresi successivamente nel 1985-86, 1990-91 ed infine nel 2002-03 stanno restituendo alla Chiesa Madre Santuario il suo antico splendore. C’è da ricordare comunque che il 1° maggio 1986, dopo ben 18 anni, la Chiesa è stata riaperta al culto mentre si celebrava il 150° anniversario delle Lacrimazione della Madonna a Chiusa Sclafani. Nel novembre 1835, nella cittadina di Chiusa Sclafani da una effige della Beatissima Vergine, raffigurata S. Giuseppe ed il Bambino Gesù, scaturirono lacrime umane. L’immagine, dipinta su vetro, si trovava in casa di donna Felicia Lombardi che, notte e giorno, vi teneva accesa davanti una lampada ad olio. Dopo la recita del rosario, la domestica stava cambiando l’olio della lampada quando si accorse che dagli occhi della Madonna scendevano lacrime. Chiamò subito la Signora Felicia, la quale vide anche lei piangere la Vergine Santissima, ma dubitando degli occhi suoi, toccò con il dito il punto dove erano le lacrime e se lo ritrovò bagnato. Il fatto prodigioso si ripeté nel giro di pochi giorni per cinque volte. Oltre alla domestica e alla padrona di casa assistettero alla lacrimazione persone da ogni ceto sociale: dottori, professori, medici, avvocati, notai, calzolai, falegnami, pastai e, naturalmente, tutti i sacerdoti, i religiosi, le suore. Tra varie testimonianze quella del Sacerdote Don Domenico Gendusa, il quale vide scorrere verso il basso le lacrime che scaturivano dagli occhi della Vergine. L’indomani 08 Novembre, anche l’arciprete Don Francesco Di Bella e assieme a lui tanti altri videro lacrimare la Madonna. Il mercoledì 11, parecchi Sacerdoti, il Sindaco e tantissime altre persone videro la riproduzione del prodigio: cioè apparire le lacrime, scendere fino al grembo della benedetta effige e lasciare per dove passavano due tracce umide, che furono bene asterse col cotone per devozione. L’arciprete, onde evitare che si potesse pensare che tali lacrime provenissero da pareti impregnate d’umido o che fossero state poste ad arte, fece togliere la tavolaccia di pietra e la carta sovrapposta al cristallo dinanzi al clero, ai superiori dei vari conventi e ad oltre una cinquantina di persone degne di fede. Si trovò asciuttissimo non solo il cristallo su cui è fatta la pittura, ma anche la carta doppia e la tavolaccia. Per ulteriore cautela la Santa Immagine fu chiusa e sigillata ermeticamente in una scarabattola con tre cristalli in modo da non potervi introdurre cosa alcuna. Dopo due giorni la Madonna, verso il tramonto, fu vista piangere ancora. Infine il 16 novembre, dopo la benedizione eucaristica, il cappellano con altri preti e fedeli vide ripetersi il prodigio. Il Vicario Capitolare della diocesi Agrigento da cui all’epoca dipendeva Chiusa Sclafani, informato dell’evento prodigioso dall’Arciprete, con lettura pastorale inviata alla comunità esortava i fedeli a fare un triduo di penitenza con esposizione del SS. mo Sacramento, celebrazioni di SS. Messe e processione conclusiva della sacra Immagine sotto il baldacchino. Nello stesso tempo invitava ad erigere una cappella in onore della Gran Madre di Dio nella Chiesa Madre ed ordinava che si istruisse un processo canonico per stabilire la verità delle lacrimazioni. Queste, infatti, avevano suscitato viva commozione nel popolo che diede segni di ravvedimento. Per motivi storici la devozione alla Madonna delle Lacrime ha conosciuto momenti di entusiasmo alternati a pause di affievolimento. Grandiose sono state le celebrazioni del 150° anniversario delle lacrimazioni a conclusione delle quali l’allora Arcivescovo di Monreale, Mons. Cassisa, elevava alla dignità di Santuario Mariano la Chiesa Madre di Chiusa Sclafani.

DON ROSARIO BACILE