Nel 1865 a Molokai, un promontorio roccioso delle isole Hawai, fu realizzata una orribile colonia di lebbrosi, ritenuti allora incurabili e, destinati ad un totale isolamento. L’isola veniva chiamata “l’inferno dei vivi”, perché non c’erano né leggi umane, né solidarietà. Purtroppo non c’era igiene, mancava l’acqua e le donne e i bambini subivano abusi di ogni genere.
Dopo circa otto anni sbarcò nell’isola il primo uomo bianco, deciso di abitare in quell’inferno: padre Damiano de Veuster.
Si trovò a vivere con ottocento lebbrosi annunciando la misericordia di Gesù. La forma di evangelizzazione toccare le loro bocche, ungere con l’olio santo mani e piedi cancrenosi, mangiare con loro, intingere le mani nel piatto comune.
Innumerevoli furono le opere di misericordia compiute da questo “apostolo dei lebbrosi”.
Una in particolare curò quella di “seppellire i morti”, costruendo un cimitero proprio vicino alla sua capanna e fondò la confraternita dei funerali. I defunti venivano accompagnati con la preghiera, la musica e il ritmo dei tamburi.
Altre realtà vennero organizzate per la cura dei bambini abbandonati, per l‘educazione delle ragazze, per la visita ai malati, per la costruzione di abitazioni e per la manutenzione delle capanne.
Quando, alla fine, anche padre Damiano si ammalò di lebbra vide che il suo corpo cominciava a corrompersi comunicò a tutti la sua nuova condizione. Lasciò la terra nel 1889 e venne beatificato dalla Chiesa nel 1995.