A mettere insieme l’Eucarestia e le opere di misericordia si è dedicata anche la beata Madre Teresa di Calcutta.
In una preghiera tracciava tutto il suo programma di vita: “La mia comunità sono i poveri; di quelli che non hanno abiti da mettere addosso. Di quelli che non mangiano perché hanno perduto le loro forze.”
Sotto le sembianze del dolore là c’è Gesù. Alle sue suore amava ripetere: “noi siamo religiose, non assistenti sociali, non maestre, non infermiere…”
Noi serviamo Gesù nei poveri. Tutto quel che facciamo preghiera, lavoro, sacrifici lo facciamo per Gesù.
E i più poveri dei poveri, di cui le sue suore si prendono cura ancor oggi, sono i bambini non ancora nati, i fanciulli abbandonati, le ragazze madri rifiutate dalla famiglia, i lebbrosi, i barboni, i disabili, le vittime delle guerre, i drogati, i moribondi.
Ed è impressionante vedere una Santa che vive le opere di misericordia come strumento per un cammino di santità.