“La passione di Stefano è contenuta in un libro, gli Atti degli Apostoli, che fa parte del canone delle Sacre Scritture.” (Sant’Agostino di Ippona)
Non conosciamo il luogo e l’anno di nascita e il momento in cui avviene la sua adesione al cristianesimo. Gli unici dati certi sono la sua origine greca (il suo nome significa “corona”) e la sua autorevolezza presso il gruppo degli ellenisti; cioè gli ebrei di lingua greca che provenivano dalla diaspora e si distinguevano nell’osservanza di alcune norme della legge mosaica.
Il suo nome compare agli inizi del capitolo sesto quando la comunità di Gerusalemme istituisce il diaconato (ossia il servizio ai poveri della comunità).
Stefano, “uomo pieno di fede e di Spirito Santo” è l’esponente più autorevole. Durante un tumulto Stefano viene catturato e trascinato davanti al Sinedrio: e viene accusato di parlare male del tempio di Gerusalemme e della legge mosaica. A queste accuse Stefano risponde con un discorso in cui partendo da Abramo giunge al re Salomone e parlando del tempio ne sottolinea la sua relatività. Gli astanti presi da astio e odio lo conducono fuori Gerusalemme e lo lapidano. Stefano, primo martire cristiano, morì dunque durante una sommossa popolare, provocata dalla sua coraggiosa predicazione della fede in Gesù Cristo. Il culto di santo Stefano è vivo fin dai primi secoli del cristianesimo e il giorno di festa fu fissato al 26 dicembre.