Il Santuario di Santa Maria del Bosco di Calatamauro sorge su un ripiano del monte Genuardo a 830 m s.l.m. in mezzo a un grande bosco nei pressi di Bisacquino, Giuliana e Contessa Entellina. Il nome deriva, secondo una leggenda, dal ritrovamento che alcuni cenobiti fecero di un’ icona, raffigurante la Vergine, nascosta nell’incavo di un albero. Le origini del Santuario risalgono al secolo XIII, quando alcuni eremiti si riunirono in comunità. Nel 1318 essi scelsero la regola benedettina per non essere considerati eretici. Nacque, così, il monastero di Santa Maria del Bosco che nel 1400 fu elevato da Bonifacio IX a dignità di abbazia. Grande benefattrice fu l’infanta Eleonora d’Aragona, signora di Sciacca e di Giuliana, che alla sua morte, avvenuta nel 1405 presso il castello di Giuliana, venne sepolta a Santa Maria del Bosco. Nel 1469 venne eletto abate Placido de Castagneda, giulianese di padre spagnolo, che favorì l’unione dell’abbazia di Santa Maria del Bosco alla Congregazione del Monte Oliveto, ramo benedettino fondato in Italia nel 1313. Nel periodo olivetano iniziò la grande potenza dell’abbazia e vennero fondati vari monasteri filiali: lo Spasimo di Palermo, Santa Maria di Marineo, San Leonardo di Chiusa Sclafani, l’ospizio di Sciacca e il monastero della SS. Trinità di Giuliana. Sempre in questo periodo e, in particolare nel secolo XVI, si colloca la figura di padre Olimpio da Giuliana, abate, visitatore generale, amico del poeta Torquato Tasso che revisionò le sue “ Memorie storiche di Santa Maria del Bosco”. I monasteri filiali furono soppressi insieme all’abbazia di Santa Maria del Bosco nel 1784 e il santuario fu affidato ai padri dell’ordine eremitico di Sant’Agostino sino al 1866 quando vi fu la definitiva soppressione. Nelle sue forme attuali l’abbazia consiste in un grande edificio a due piani. Costruito tra il 1593 e il 1646, accoglie al suo interno due bellissimi chiostri, di cui uno progettato da Antonio Muttone con le parti scultoree eseguite dal marmoraro Paolo Busacca. La chiesa, completata nel 1757, presenta una bellissima facciata dalle severe linee classicheggianti. L’interno, ad unica navata con cupola e profonde cappelle laterali, è ormai quasi completamente distrutto a causa del terremoto del 1968. Fra le opere va sicuramente ricordata la terracotta raffigurante la “Vergine col Bambino” (detta Santa Maria del Bosco) della Bottega dei Della Robbia. Una parte dell’abbazia è affidata con la chiesa alla diocesi di Monreale che per alcuni anni ha usato la struttura come Seminario estivo. Sono stati effettuati dei lavori di restauro, ma la chiesa versa ancora in pessime condizioni. La restante parte è di proprietà della famiglia Inglese. L’arcivescovo di Monreale detiene il titolo di abate di Santa Maria del Bosco.
VINCENZO CAMPO