Nella Lettera agli Efesini (cap 5°) San Paolo parla del rapporto marito e moglie per legarlo alla Chiesa come sposa resa “santa e immacolata” dallo Sposo.
Nella vita comunitaria servono tre dimensioni:
la festa, il perdono, il rendimento di grazie.
La festa. L’incontro con i fratelli e le sorelle è un grande evento di gioia, di reciproca consolazione e di profonda conoscenza della presenza di Dio nel volto dell’altro.
Il Vangelo è pieno di incontri di persone che generano gioia, lode, gratitudine.
Il perdono. La vita della comunità è segnata anche dal peccato perché fatta da noi “peccatori in stato di conversione”.
Vivere il perdono vuol dire crescere nella vera conoscenza di Dio che è venuto non per giudicare, ma per salvarci.
Dove c’è remissione dei peccati li c’è lo Spirito Santo.
Perdonare non è una cosa semplice o facile è dono di Dio, che richiede la capacità di saper accettare i propri limiti.
La gioia suscita la lode, il rendimento di grazie, la benedizione.
Il Salmo 133 afferma che, dove regna la comunione, il Signore dona la benedizione, dona la vita.