La mattina del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, mentre si preparava a celebrare la messa a Casal di Principe, diocesi di Aversa, don Peppino Diana veniva ucciso a colpi di pistola da un killer della camorra.
Il suo uccisore è stato condannato dopo un procedimento durato dieci anni.
Motivo della sua condanna a morte avere tolto tanti giovani alla criminalità organizzata. Don Diana insieme ad altri sacerdoti aveva scritto una lettera in cui prendeva posizione contro la camorra, una grande associazione mafiosa, malavitosa, in grado di calpestare continuamente la dignità della persona umana e i valori dello spirito.
Subito dopo questo efferato omicidio Giovanni Paolo II cosi disse: “Voglia il Signore far si che il sacrificio di questo presbitero, evangelico chicco di grano caduto nella terra, produca frutti di piena conversione, di operosa concordia, di solidarietà e di pace”.
La sua morte ha dato avvio ad un percorso di rinascita per la terra dei fuochi.
“Il 19 Marzo è morto un prete, ma è nato un popolo”
MONS. RIBOLDI