XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – 13 Ottobre 2024

Dal Vangelo secondo Marco Mc 10,17-30
L’ascolto di questo brano ci interroga ogni volta sul nostro attaccamento ai “molti beni”: lasciamoci provocare dalle parole del teologo D. Bonhoeffer: “Quando Gesù chiese al giovane ricco una povertà volontaria, questi comprese che non c’era via di mezzo: si trattava di ubbidire o di disubbidire… Se Gesù oggi parlasse ad uno di noi in questa maniera tramite la Sacra Scrittura,noi ragioneremmo come segue… Non importa che io non abbia ricchezze o meno, basta che io possegga i beni come se non li possedessi, che io non resti attaccato in cuor mio alle ricchezze… La nostra ubbidienza alla Parola di Gesù, consisterebbe dunque nel rifiutare la cieca ubbidienza, per essere ubbidienti “nella fede”… Come è possibile un simle rovesciamento?… Qui la semplice obbedienza dovrebbe essere sbagliata?… Chi non sa che è infinitamente più facile interpretare il comandamento di Gesù nel modo più semplice e obbedire alla lettera, per es. dar via realmente i propri beni, non ha nessun diritto a far sua questa interpretazione paradossale della Parola di Gesù! (D. Bonhoeffer, Sequela, Queriniana, Brescia 1971). Per fortuna nella nostra tradizione spirituale non sono mai mancati uomini e donne che, per un dono particolare dello Spirito Santo, hanno preso alla lettera questa parola di Gesù, dedicando la propria vita alla sequela del Signore risorto, abbandonando casa, fratelli, sorelle e madri. È anche grazie alla loro presenza, alla loro testimonianza, che a noi laici è possibile “stare” nel mondo ed usare i beni materiali, senza “essere” del mondo. Questa condizione paradossale implica però un capovolgimento dei valori e dei modi di pensare propri degli uomini. Per questo, umanamente parlando, la salvezza è “impossibile presso gli uomini” e c’è da domandarsi, insieme ai discepoli: “E chi mai si può salvare?”. Solo la grazia del Signore, attraverso la vicenda terrena di Gesù, può rivelarci l’inganno delle passioni mondane, inserendoci invece nella visione evangelica che inverte la scala della priorità. Solo chi lascia che la sequela del Signore venga prima di tutto il resto, può davvero vivere felice e non andarsene afflitto, a motivo dei suoi beni.