A Trieste nella prima settimana di luglio si è tenuta la cinquantesima settimana sociale dei cattolici in Italia che ha avuto come oggetto il rapporto tra la fede e l’impegno politico e la riflessione sulla democrazia. I cattolici infatti nella costituente hanno dato un proficuo contributo.
I risultati sono: il riconoscimento delle libertà civili, la partecipazione politica, l’indipendenza della magistratura, la libertà di stampa, il buon funzionamento del governo, il rispetto del pluralismo, il riconoscimento delle minoranze.
Il cammino attuale si può indicare in tre parole: partecipazione, alfabetizzazione e “processo” politico. Oggi il rischio è l’astensionismo. Partecipare significa ritornare ad amare la democrazia e a difendere la dignità di tutti.
Ogni generazione, ogni epoca, è attesa alla prova dell’alfabetizzazione, dell’inveramento della vita della democrazia.
L’obiettivo è quello che non ci siano più “analfabeti di democrazia” innanzi tutto, democrazia è cultura e apertura al sociale.
Noi oggi dobbiamo essere voce che denuncia e ricostruisce, che sprona a superare l’indifferenza.
Diceva Giorgio La Pira: “dobbiamo gettare sempre ponti e non erigere muri”.