MARIA TERESA CORTIMIGLIA

FONDATRICE

DELL’ISTITUTO SUORE FRANCESCANE

SANTA CHIARA

“VENERABILE TERESA CORTIMIGLIA, AMICA DEI POVERI, PREGA PER NOI”.

La Venerabile Suor M. Teresa Cortimiglia nacque in Corleone (Palermo) il 7 febbraio 1867. Sin dall’età di 11 anni sentì spiccata la vocazione religiosa, ma i suoi genitori si opposero energicamente al suo desiderio di consacrarsi al Signore.

All’età di 15 anni, per sfuggire alle insidie del mondo, emise voto di verginità. Ciò provocò un’accanita lotta da parte del demonio che cercò di distoglierla dai suoi propositi suggerendole che avrebbe potuto egualmente glorificare Dio, contraendo nozze terrene ed educando cristianamente la prole. Ma – scrive la stessa Venerabile  Gesù mi diede lume supremo; conobbi la trama del nemico e lungi da me lo cacciai con disprezzo».

Fino all’età di 19 anni poté attendere serenamente alla sua formazione spirituale, vivendo nel più grande raccoglimento e gustando gioie celesti. Gesù stesso infatti, standole vicino, l’ammaestrava nelle cose dello spirito.

Per aderire alla richiesta di Dio che l’invitava ad offrirsi vittima per i peccatori, ottenuto il permesso del Confessore, offrì se stessa per la salvezza delle anime. Una profonda aridità di spirito, le più orrende tentazioni, scrupoli, timore di essere in disgrazia di Dio, furono le conseguenze della sua offerta. In tale stato visse per ben sette anni, dopo i quali piacque al Signore farle risentire la sua presenza.

Il 24 giugno 1891, col permesso dell’Arcivescovo di Monreale, ottenne dai suoi di poter vestire l’abito delle Clarisse, a condizione che, pur vivendo da religiosa, rimanesse in famiglia. Ma dopo qualche anno, di fronte alla sua risolutezza, i suoi lasciarono che entrasse a far parte della Congregazione delle Figlie della Misericordia e della Croce. Fu accolta amorevolmente dalla Serva di Dio Madre Rosa Zangara, la quale, per divina rivelazione, le predisse che avrebbe fondato un nuovo Istituto.

Negli anni che seguirono la Madre Teresa fu Superiora in diverse Case, dedicandosi con instancabile zelo all’assistenza materiale e spirituale dei poveri e dei bisognosi, ottenendo da Dio strepitose conversioni. Le sue virtù, frutto di una intensa vita di preghiera, di mortificazione, di penitenza, attirarono infatti intorno a lei una gran moltitudine di anime, che riuscì a strappare al demonio, il quale per vendicarsi non le risparmiò strapazzi e persecuzioni.

Intanto il Signore l’andava preparando alla fondazione del nuovo Istituto. Ma la Madre Teresa, ritenendosi inetta ed indegna d’un compito così alto, indugiava a staccarsi dall’Istituto. Colpita da grave e misteriosa malattia che la ridusse in fin di vita, ne guarì miracolosamente non appena ebbe promesso al Signore che non avrebbe più ritardato ad eseguire i suoi voleri. Ritornò pertanto in famiglia, dove nella preghiera e nella penitenza attese a preparare le basi della novella istituzione.

Saggiamente guidata e sostenuta dal Padre Stanislao Maria Restivo, pio e dotto sacerdote del Terz’Ordine Regolare di San Francesco, compilò le Costituzioni dell’Istituto che volle intitolare a Santa Chiara d’Assisi, per ripristinare il soppresso Monastero delle Clarisse. Alla vita contemplativa però aggiunse anche quella attiva, volendo con l’istruzione e l’educazione della gioventù, migliorare le condizioni morali del suo popolo e della società. Il novello Istituto, di cui presto entrarono a far parte altre anime generose, fu definitivamente approvato il 6 gennaio 1922 dall’Arcivescovo di Monreale, il Servo di Dio Mons. Augusto Antonio Intreccialagli. Gravi e molteplici furono gli ostacoli e le opposizioni che la Madre Teresa dovette affrontare per l’istituzione della sua Opera, ma tutto superò con ammirabile fortezza d’animo, certa di adempiere la volontà di Dio. Il suo fisico, intanto, logorato dalle continue penitenze e dai dolori sofferti, da anni era stato colpito da grave malattia, sopportata con rassegnazione ed amore.

Il 1° giugno del 1934, rinnovata l’offerta della sua vita per il mondo è per i peccatori ostinati, predetta l’epoca della sua morte, serenamente rendeva la sua anima a Dio, dopo avere esortato le sue Figlie a continuare l’Opera e a vivere santamente la loro consacrazione. Un acuto profumo di gigli sparsosi per tutta la casa, stette a confermare la purezza e la santità di quell’anima, volata all’abbraccio divino.

Presto si sparse la fama della sua santità e le grazie ottenute per sua intercessione furono tante che il 19 maggio 1960, a Monreale, si aprì il Processo Diocesano sulle sue virtù eroiche. Il 21 dicembre 1998, alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo TI, le è stato attribuito, dalla Congregazione delle Cause dei Santi, il titolo di Venerabile.