BEATO ALBERTO MARVELLI

«Ogni qualvolta che mi accosto alla Santa Comunione, ogni qualvolta che Gesù nella sua Divinità ed Umanità entra in me, a contatto con la mia anima, è un accendersi di santi propositi, è come un fuoco che arde, il quale entra nel mio cuore, una fiamma che brucia, che consuma, ma che mi rende così felice. Felicità intensa, solamente resa un po’ triste al pensiero di non essere degno di tanto amore. Talvolta però non voglio pensarvi e allora mi abbandono tutto a un colloquio intimo con Gesù; la mia umanità scompare, potrei dire, lì vicino a Lui tutti i dubbi, tutte le incertezze sono sparite, gli ostacoli appianati, i sacrifici resi gioiosi, le difficoltà gradite» (Febbraio 1938).

«Piuttosto morire, ma non peccare. Non sono io che vivo, ma è Gesù che vive in me. Devo sforzarmi di agire sempre considerando appunto questa realtà»

(4 giugno 1940).

«Gesù vive in me, e io sono così poco volenteroso. Gesù è nel mio cuore ed io tanto spesso me ne dimentico. Gesù lascia il cielo per entrare nel mio indegnissimo corpo, onde renderlo tabernacolo santo e vivente, ed io ne apprezzo così poco il sacrificio. Gesù, dammi la tua volontà, la tua fermezza nei propositi, il tuo amore immenso per gli uomini e le loro miserie, il tuo senso

totale e soprannaturale di apostolato» (10 ottobre 1940).