LA RICONCILIAZIONE – 2ª PARTE

«Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé necessaria, la confessione della colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa» (CCC 1493).

«Per avere la gioia occorre luce e amore. Condizione essenziale per possedere la gioia è essere in grazia di Dio. Le anime impure non possono possedere la gioia. Hello dice: “Vi è una sola tristezza, quella di non essere santo”. Le nuvole sono nere sotto, luminose sopra. Non fermarsi al buio sottostante, ma sapersi elevare sopra le nuvole. La luce sola non basta. La grazia permea la coscienza di ogni uomo. Se un uomo è accecato, è stolto se afferma che non c’è il sole; così se uno non crede, è da stolto dire che Dio non esiste. L’anima in grazia è come uno specchio che riflette il sole, riflette Dio e Dio si compiace se effettivamente l’anima è pura e tersa. Dio è Padre e questa è la nostra gioia: poter chiamare il nostro Creatore, Padre; poter pensare che Dio non ci considera più creature, ma figli. La gioia cristiana è fatta di sì e di no: sì al bene, alla voce di Dio, al raggio di luce che Dio manda in ogni momento e no al male, al peccato» (Cfr. Alberto Marvelli, Quaderni spirituali).