San Giuseppe è lo sposo di Maria, la Madre di Dio; è la persona scelta direttamente dall’Onnipotente per la missione più straordinaria che si possa immaginare, essere il padre legale del Figlio stesso di Dio nella sua avventura terrena, quando, pur continuando a essere Dio, assume la natura umana, diventando anche vero uomo.
San Giuseppe vede nascere Gesù, lo tiene tra le braccia, gli dona un affetto immenso, provvede a difenderlo, segue la sua crescita, lavora per mantenerlo, gli insegna le regole del vivere civile, i principi religiosi, vive con lui e la sua sposa formando una famiglia speciale, la sacra Famiglia.
Ma pur avendo un incarico così eccezionale, Giuseppe è un uomo umile e riservato. Gli evangelisti parlano poco di lui. Matteo e Luca concordano nel presentarlo come discendente della stirpe di Davide. Luca colloca la sua famiglia a Nazaret. Nei racconti dagli apocrifi (cioè in quei libri che risalgono ai primi secoli, ma che la Chiesa non ritiene ispirati da Dio), si trovano varie indicazioni anagrafiche, ma non attendibili. Per rendere accessibile il concetto della verginità di Maria, presentano Giuseppe quasi centenario. Questi racconti hanno influenzato l’iconografia di tutti i tempi: infatti san Giuseppe è sempre presentato anziano, con il bastone e la barba. In realtà, quando sposò Maria, era giovane. A quel tempo, le ragazze ebree si sposavano tra i 12 e i 14 anni, mentre gli uomini tra i 16 e i 18 anni.
Matteo e Marco ci informano che Giuseppe è un falegname, quindi appartiene a una famiglia di artigiani. Per indicare questa professione usano la parola greca “tekton”, che viene in genere tradotta con il termine “falegname”, ma va intesa in forma più ampia, come carpentiere, impresario edile, uno che lavorava il legno soprattutto per la costruzione delle case, che erano tutte in legno. Un lavoro importante, dal quale si deduce che la famiglia di Giuseppe fosse benestante. Nell’Impero romano del tempo, la società era divisa in due classi: gli humiliores, i meno abbienti, i poveri; e gli honestiores, che erano i be-
nestanti. I tekton facevano parte di questa classe.
Né le difficoltà nella gestione della maternità di Maria, né la persecuzione di Erode, né la fuga in Egitto, né le traversie da immigrato, lo sconvolgono, ma confida sempre unicamente in Dio. Per questo è detto “il giusto”, nulla lo turba, ma cerca sempre Dio e la sua volontà.
Prima che Gesù inizi la sua vita pubblica, Giuseppe muore, perché nel racconto dei Vangeli di quel periodo non appare più. Come sia morto, non si sa.
Certamente assistito dalla moglie Maria e dal figlio Gesù. Cioè, assistito dalle persone più care che aveva e noi sappiamo quale fosse la loro vera identità. quindi, una morte da “invidiare”. Per questo, san Giuseppe è patrono della buona morte.