LA VOCE DEI SANTI

Serva di Dio Chiara Lubich

«Stiamo passando le ore più preziose dell’anno; preziose per la Chiesa che rivive con la liturgia la passione, la morte e la risurrezione di Gesù.

Oggi è il Giovedì Santo, la nostra festa. Come oggi Gesù, tanti anni fa,

ha dato ai suoi discepoli il comandamento nuovo, quel comandamento che è legge fondamentale e base di ogni altra norma per ciascuno di noi. Come oggi, Gesù ha pregato per l’unità: “Che tutti siano uno”. Come oggi, ha istituito l’Eucaristia che lo rende presente fra noi ed ha come effetto, appunto, la nostra unità con lui e fra noi. E come oggi, ha istituito il sacerdozio che rende possibile l’Eucaristia. Tutto, tutto questo in un sol giorno.

Che vogliamo di più? È la nostra festa e spesso questa festa l’abbiamo vissuta nel cuore con una commozione che non si prova in nessun altro giorno dell’anno.

E il momento oggi di dir grazie a Gesù, un grazie sentito che sgorghi

dall’intimo di tutti i nostri cuori e che arrivi al cielo.

Che sarebbe la nostra vita senza il comandamento nuovo, senza l’Eucaristia, senza l’ideale dell’unità?

Ma domani eccoci un altro giorno che non ha pari: Venerdì Santo, Gesù abbandonato. Non c’è giorno migliore di domani alle tre per rifare solennemente la nostra consacrazione a lui, rinnovando il nostro proposito di spendere la vita che abbiamo, amandolo sempre, subito, con gioia.

Quando baceremo il Crocifisso, Gesù abbia dai nostri cuori, sparsi in tutto il mondo, questa promessa solenne. Sarà il miglior modo per celebrare il Venerdì Santo con lui, ed egli ci aiuterà a farci santi per la sua gloria, per la gioia di Maria e come dono reciproco.

Poi, dopo il Sabato Santo, verrà la Domenica di Pasqua. Lui è risorto, lui è la risurrezione e la vita anche per noi. Diciamogli, forse per la prima volta, grazie della vita che avremo dopo e non terminerà. Promettiamogli di pensarci spesso, di fare i nostri progetti migliori non solo per questa vita ma per quella più importante.

Diciamogli che vogliamo essere anche domani la sua gloria, la sua gioia, e desideriamo spendere questa perché abbia da molti, moltissimi, ancora gioia e gloria.

Allora Buona Pasqua a tutti e a ciascuno. Vi auguro che sia la più bella

della vostra vita. Tutto fiorisca come in questa splendida primavera» (Giovedì Santo, 16 aprile 1981).