MISSIONARIO IN U.S.A. (1837-1928)
Nato il 17 marzo 1837 da una buona ed onesta famiglia della nostra terra, ricevette la prima educazione tra Terrasini e Castellammare del Golfo, paese natale della madre.
Studiò presso il Collegio dei Gesuiti di Palermo, ma dovette interromperli per gli eventi del 1860, la conquista della Sicilia da parte di Giuseppe Garibaldi e la cacciata dei Borboni. Lasciò la Sicilia e si recò dapprima a Roma e poi in Belgio dove completò gli studi e venne ordinato sacerdote. Il suo primo incarico fu quello di andare nella missione delle Montagne Rocciose tra gli Indiani.
Lasciò L’Europa ed attraversato l’Oceano Atlantico si fermò dapprima a Boston, poi nell’isola di Giamaica e quindi a San Francisco, di li, dopo 40 miglia, raggiunse il collegio di Santa Clara. Lì apprese la lingua degli Indiani e dopo qualche tempo risalendo il fiume Columbia si ritrovò fra gli Indiani.
Poco fiducia e poco accoglienza mostrarono inizialmente gli Indiani nei confronti del nuovo missionario P. Giuseppe M. Cataldo. Fu invece accolto benevolmente dagli Indiani Spokane dove fondò la prima missione dedicandola a San Michele, in poco tempo molti Indiani ricevettero i Sacramenti… il suo progetto era quello di evangelizzare gl’Indiani nasi forati che abitavano vicino a LEWISTON… purtroppo a questi gruppi venne tolta la terra e data ai bianchi.
I nasi forati erano degli uomini pacifici e P. Cataldo tentò di difendere i loro diritti dinanzi al governo americano nella RIUNIONE del 1877 ma la sua mediazione non riuscì…
Nel Maggio del 1878 ritornò la pacificazione tra le tribù e i Coloni bianchi e P. Cataldo si trasferì in Alaska risalendo il fiume Yukon. Si fermò ben quattro anni annotando come gli esquimesi fossero una razza molto intelligente. Poi ritornò tra gli Indiani fino alla sua morte avvenuta il lunedì di Pasqua, 9 aprile 1928.
Fare memoria a distanza di 84 anni di questo gigante dell’evangelizzazione significa per noi oggi non soccombere dinanzi alle varie prove ed indifferenza del tempo presente ma testimoniare il Vangelo di Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre (Ebrei 11,8).
DON SANTINO TERRANOVA