NOTE BIOGRAFICHE SU S.ROSALIA
I dati cronologici della vita di Santa Rosalia si possono racchiudere tra il 1130 e il 1170. Una antichissima tradizione vuole che Rosalia abbia lasciato in giovanissima età le comodità di cui disponeva in famiglia per dedicarsi alla preghiera contemplativa. Ottavio Caietani così scrive: “Rosalia era una damigella d’onore della regina Margherita, figlia del re di Navarra e moglie del re normanno Guglielmo I, il Malo (1120-1166)……che andò a vivere in una grotta a Santo Stefano di Quisquina (AG) e poi sul monte
Pellegrino di Palermo.
Quella grotta è diventata “testimone muta dell’unione mistica di Rosalia con il signore Gesù, scrigno che accolse silenziosamente quel corpo verginale e che custodì per oltre cinquecento anni avvolgendolo di materiale calcareo e di detriti di modo che sfuggì a tutte quelle persone che negli anni successivi avrebbero cercato le sue spoglie”.Le ossa di S. Rosalia vengono ritrovate il 15 luglio 1624.
Urna Argentea di Santa Rosalia
Il corpo di Santa Rosalia è conservato dentro una ricca urna d’argento custodita nella navata laterale della cattedrale di Palermo. L’urna è sormontata da un’effige di Santa Rosalia in abiti di monaca basiliana, con la croce patriarcale nella mano sinistra e la corona di rose sul capo, mentre schiaccia un drago simbolo della peste e di tutti i mali. Nella parte inferiore vi sono alcuni quadri che illustrano la vita della Santa. L’opera è un capolavoro d’oreficeria barocca realizzata tra il 1631 e 1637 su un progetto dell’architetto Mariano Smeriglio, il reliquiario custodisce non solo il corpo della Santa ma anche la sua prima biografia ed un manoscritto con la firma autografa del cardinale Giannettino Doria, Arcivescovo di Palermo.
DECRETO DI EREZIONE A PARROCCHIA
Noi Ernesto Eugenio Filippi
Per Grazia di Dio e della Sede Apostolica
Arcivescovo ed Abate di Monreale
Abate di Santa Maria del Bosco
Assistente al soglio Pontificio
È dovere del Pastore di anime promuovere tutto ciò che giova al bene spirituale del popolo. Ora da molto tempo ci siamo accorti che a Montelepre, città di 5600 abitanti, l’unica parrocchia esistente non può soddisfare adeguatamente ai molteplici bisogni spirituali del popolo. Con insistenza ci è stato fatto notare che i fedeli del quartiere di Santa Rosalia ed adiacenze avrebbero una più accurata assistenza religiosa e senza dubbio assolverebbero con minor difficoltà i loro doveri religiosi, con l’erezione a parrocchia della Chiesa di Santa Rosalia. Mossi da questi motivi e dalle preghiere del Clero e del popolo, abbiamo pensato di creare a Montelepre una nuova parrocchia, smembrandola da quella che va sotto il titolo di Maria SS. Ma del Rosario. Perciò, avendo sentito il parere del Reverendissimo Arciprete Parroco e del Clero di Montelepre, e tenendo conto dei desideri dei fedeli di Montelepre, abbiamo scelto come sede della nuova parrocchia la Chiesa di Santa Rosalia, la quale è posta ad una giusta distanza dalla Chiesa Madre, si trova in buone condizione statiche ed è capace di contenere i fedeli che la frequentano per le sacre funzioni.
Pertanto, in conformità del Can. 235 del Concilio Plenario Siculo, il quale raccomanda ai Vescovi di costituire nei paesi più popolosi nuove parrocchie: avvalendoCi della facoltà concessaCi dal Can. 1427 del C. J. C.; sentito il parere dell’Arciprete-Parroco di Montelepre e del Capitolo di questa Basilica Cattedrale, smembriamo, erigiamo e costruiamo in parrocchia LA CHIESA DI SANTA ROSALIA, IN MONTELEPRE, con tutti i diritti, privilegi, oneri, obbligazioni, stabiliti dal Diritto Canonico e Diocesano e con proprio territorio che separiamo, dividiamo, smembriamo, dal territorio della parrocchia di Maria S.S.ma del Rosario e designiamo i seguenti confini:
A NORD: la campagna
AD EST: la campagna
A SUD: la campagna
AD OVEST: Via Milano e Via Vittorio Veneto,
per tutto il loro percorso, sino alla campagna.
Come base di congrua per il titolare della nuova parrocchia di Santa Rosalia, in Montelepre, assegniamo i frutti del capitale di £ 100.100 investito in titoli di stato: rendita 5 % (Lire Centomilacento). Alle spese di culto provvederanno i fedeli con le loro offerte. La nuova parrocchia, che conta circa tremila anime è fornita di Casa canonica ed è provvista di suppellettili. Pertanto con la Nostra Autorità, erigiamo e costituiamo come sopra la parrocchia di Santa Rosalia, in Montelepre. Data in Monreale, dal nostro Palazzo Arcivescovile il primo marzo 1948.
+ Ernesto E. Filippi-Aricivescovo
CHIESA DI SANTA ROSALIA
Brevi Note sulla prima chiesa d Santa Rosalia
Piccola e ad un’unica navata, la prima chiesa fu costruita nell’attuale piazza Ventimiglia. Nel 1701 i Frati Cappuccini di Palermo tennero una missione di evangelizzazione agli abitanti del luogo. E dopo quella attività pastorale, con l’autorizzazione di Mons. Giovanni Roano, Arcivescovo di Monreale (1673-1703), fu istituita la “ Confraternita del SS. Sacramento o del Viatico“, e nel 1727, il marchese Pietro Bellacera affidò loro la conduzione della Chiesa di Santa Rosalia.
Della prima chiesa, oggi sono rimaste solo due opere d’arti:
– un quadro ad olio raffigurante San Giuseppe con Gesù Bambino
– un fontino di marmo per l’acqua benedetta, con all’esterno, il simbolo del comune, fatto realizzare dai fedeli quando Montelepre, tra il 1714 ed il 1715, fu annoverato fra le Università del Regno diventando Comune.
L’attuale Chiesa di Santa Rosalia
La costruzione fu iniziata nel 1816 dai confrati della “Compagnia del SS. Sacramento”; quando era Arcivescovo di Monreale Mons. Domenico Benedetto Balsamo (1816-1844) e Sovrano di Sicilia Ferdinando I.“Una nuova chiesa – scrive il Garufi – ampia, bella, avrebbe risposto meglio alle esigenze del culto ed ai bisogni dell’accresciuta popolazione del comune!”
Essa, però, rimase imcompleta sino al dicembre del 1849. A ciò concorsero anche altri fattori sociali quali: la Prima Guerra d’Indipendenza (1848); la carestia; e il colera. Nacque in tale occasione, una “Speciale Deputazione” composta da 12 uomini e dal cappellano, il Sac. Giacomo Palazzolo, che ebbe il compito di reperire in diversi modi, i fondi necessari al completamento nelle sue strutture generali. La Chiesa venne aperta al culto nel 1860. Successivamente la “Compagnia dell SS. Sacramento”, con l’autorizzazione di Mons. Benedetto D’Acquisto (1854-1867), si trasferì nella Chiesa Madre, e la Chiesa di S. Rosalia venne gestita e curata dalla“Speciale Deputazione”.Nel 1893 nei locali attigui alla chiesa presero dimora le suore Figlie della Misericordia e della Croce. Degno di menzione è inoltre, il sacerdote Don Salvatore Pisciotta che coadiuvato dalla Speciale Deputazione, e dai fedeli del quartiere, abbellì la chiesa in tutte le sue parti e l’inaugurò nel 1900 con, il consenso dell’Ordinario Diocesano di Monreale Mons. Domenico Lancia dei Duchi di Brolo (1884-1919).
Descrizione della Chiesa
La Chiesa ad unica navata, lunga metri 30.00 e larga metri 8,64, conta sette altari e otto cappelle laterali. Nell’ altare centrale è posta la statua di Santa Rosalia, seguono nell’ordine quella Crocifisso e dell’Addolorata (statue lignee),quella del Sacro Cuore di Gesù (statua in legno),quella della Madonna del Carmine (statua in legno),quella di San Giuseppe (quadro ad olio),
quello del Battesimo di Gesù (quadro ad olio -1861), quella di San Michele Arcangelo(statua in legno),quella di San Francesco di Paola (statua in legno),quella della Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina (gruppo statuario in cartapesta).La volta centrale è stata arricchita di dodici dipinti su tela,raffiguranti gli episodi più significanti della vita S. Rosalia,le dodici tele sono attribuite al pittore palermitano Giuseppe Carta (1809-1889).Invece,su quella del presbiterio è collocata una tela ad olio che raffigura Gesù con i discepoli di Emmaus. Nel presbiterio è allocato un frontone retto da due colonne in muratura, con finti capitelli e ornato con stucchi e rosoni; a completamento c’è un dipinto che raffigura l’Ostensorio sorretto dagli Angeli,simbolo della Congregazione del SS. Sacramento. Nell’arco trionfale che divide la navata centrale dal presbiterio vi è la seguente iscrizione :
“O DIVA ROSALIA LIBERA NOS AB OMNIBUS MALIS-1901”
LE CAPPELLE
Prima cappella: Il battesimo di Gesù
In basso il dipinto riporta la seguente iscrizione:A:“Mauro pinse. Il Rev.mo Sac. SARMENTO Cappellano della KALSA benedì il 30 agosto 1861. Palermo”Giovanni Battista, figlio di Zaccaria ed Elisabetta, predica l’avvento del Messia e sulle rive del fiume Giordano battezza Gesù. Giovanni Battista tiene in una mano una conchiglia per prendere l’acqua, e nell’altra il bastone con la scritta “ECCE AGNUS DEI”, ai piedi porta i sandali ed accanto a lui c’è un agnello. Sullo sfondo una colomba segno dello Spirito Santo.
Seconda cappella: San Michele Arcangelo
Statua lignea. Autore ignoto. Primo decennio del XIX sec. L’Arcangelo, vestito da guerriero, ha le ali che ne indicano la divina e celeste origine. La testa è coperta dall’elmo, nella mano sinistra uno scudo con la scritta “QUIS UT DEUS”; nella mano destra la spada. Il suo nome significa “chi è come Dio”, è venerato liturgicamente dalla Chiesa il 29 settembre insieme a Gabriele e Raffaele. La Sacra Scrittura lo definisce “uno dei primi principi” (Dan 10,13) e ne fa il condottiero delle milizie celesti nell’eterna battaglia contro le forze del male (Apoc 12,7). Michele è nominato anche nella lettera di San Giuda nella quale rimprovera il diavolo (Giuda 1,9).Egli è il nostro eterno alleato nella quotidiana battaglia contro il male e guida le anime a Dio. Viene raffigurato anche con una bilancia mentre pesa il Bene e il Male.
Terza cappella: San Francesco di Paola
Statua lignea. Autore ignoto. Primo decennio del XIX sec. Il Santo è raffigurato con la barba folta, un saio nero,che regge con la mano sinistra un grande bastone. Al collo un medaglione su cui è incisa la parola CARITAS.
San Francesco nato a Paola in Calabria nel 1416, all’età di 14 anni andò a vivere come eremita sulla riva del mare nei pressi della sua città. Lo seguirono molti discepoli ed infine la loro comunità di Paola diede vita ad un nuovo ordine: i Frati Minimi, cioè gli ultimi di tutti i frati; ordine approvato da Papa Sisto IV nel 1474. La vita di Francesco fu terribilmente penitenziale; dallo stesso Sisto IV fu mandato nel 1482 a visitare il morente Luigi XI a Plessis-lés-Tours. Al re non rese la salute del corpo, ma quella dell’anima, dandogli un fine di pace, di pentimento e contrizione. Su richiesta del re successore Carlo VIII, il santo rimase in Francia per il resto dei suoi anni, morì a Plessis nel 1507 all’età di 91 anni, e fu canonizzato nel 1519. Di lui rimangono poche reliquie, poiché il suo corpo fu bruciato a Tours dagli Ugonotti nel 1562; i resto, donati dalla Francia all’Italia nel 1935, si trovano oggi al santuario di Paola. Pio XII nel 1943 proclamò San Francesco di Paola patrono della gente di mare italiana, a motivo del miracolo compiuto sullo stretto di Messina: il Santo attraversò lo stretto su di un mantello.
Quarta cappella: Maria SS. Del Rosario
Gruppo statuario in cartapesta. Primo decennio del XX sec, proveniente dalla Campania.Sino agli inizi del Novecento nella quarta cappella c’era sistemata una tela ad olio, ora posta nel presbiterio, la tela fu sostituita dal gruppo statuario in cartapesta raffigurante la Madonna del Rosario con in braccio il Bambino Gesù che offre la corona del Rosario a San Domenico di Guzman ,un santo spagnolo, vissuto tra il 1170 e il 1221,veste l’abito dell’ordine da Lui stesso fondato: una tunica bianca con scapolare e cappuccio nero. Mentre la Madonna offre la corona del Rosario a Santa Caterina da Siena (1347-1380) che indossa l’abito domenicano. La santa è stata canonizzata nel 1461, dichiarata patrona d’Italia nel 1939 e dottore della Chiesa il 4 ottobre 1970.
Quinta cappella: SS. Crocifisso e Madonna Addolorata
Il Crocifisso: opera in legno del xx° secolo Volto di sovrumana bellezza ove la regale mestizia non cancella l’amore infinito.“La croce è il più profondo chinarsi sull’uomo e su ciò che l’uomo specialmente nei momenti più difficili e dolorosi, chiama il suo infelice destino. La croce è come un tocco dell’eterno amore sulle ferite più dolorose dell’esistenza terrena dell’uomo”
Giovanni Paolo II Dives in misericordia n° 8.
L’Addolorata: statua in gesso.
I segni che rendono visibile la partecipazione della Madonna alla passione del figlio suo Gesù sono: la spada, il cuore ed il fazzoletto tra le mani.
Sesta cappella: Sacro Cuore di Gesù.Statua lignea d’autore ignoto, raffigurante Gesù benedicente: con la mano sinistra indica il suo cuore, coronato di spine, e con l’altra mano benedice. Gesù indossa una veste rossa coperta da un manto azzurro.
Settima cappella: Madonna del Carmine
Raffigura la Madonna col Bambino Gesù tra le braccia che dona lo scapolare a San Simone Stock (1251).Lo scapolare è simbolo e segno di particolare tenerezza e protezione della Madonna. Ai devoti dello scapolare è raccomandata la recita del Santo Rosario. A Lourdes le apparizioni della Madonna furono scandite dalla recita del Rosario e, terminarono il 16 luglio del 1858, Santa Bernardetta portò lo scapolare per tutta la vita. Anche a Fatima le apparizioni furono accompagnate dalla recita del Rosario e si conclusero poi con la visione della Madonna del Carmine: Lucia, fattasi poi monaca Carmelitana Scalza, disse che nel messaggio della Madonna “il Rosario e lo Scapolare sono inseparabili”.
Ottava cappella: San Giuseppe
Quadro ad olio proveniente dalla prima chiesa di S. Rosalia. Raffigura lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù.Tutto quello che sappiamo di lui si trova scritto nei Vangeli, dove è presentato come un uomo saggio giusto. Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa Universale. L’artista lo descrive come un giovane che tiene in un braccio Gesù Bambino e nell’altro la verga fiorita, sulla quale è presente il segno della scelta divina; mentre nella mano destra S. Giuseppe tiene un frutto.
Il Presbiterio
– Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Caterina Quadro ad olio. In basso c’è la seguente iscrizione: A“Mauro pinse. Il Rev.mo SARMENTO Capp. Della Kalsa benedì…”(illeggibile la data). Sulla testa di S. Domenico, vestito con la tunica bianca e lo scapolare nero c’è una stella lucente. Santa Caterina raffigurata con l’abito domenicano ha una corona di spine sul capo. La Madonna invece è rivestita di un manto di stelle, accanto a Lei, un angelo tiene un cesto di fiori; in basso un cane con in bocca una candela accesa.
Sacro Cuore di Gesù
Raffigura Gesù che mostra a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), il suo cuore e le dice: “ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini”. Il cuore di Cristo è circondato da una corona di spine e nelle mani sono ben visibili i segni della passione. Nelle due pareti sopra l’Antiporta ci sono due quadri L’Ultima Cena e la Santa Famiglia.
Pulpito
Tra la terza e la quarta cappella è posto un pulpito in legno del XIX sec., luogo per l’annunzio della Parola di Dio, per la catechesi e nel quale sono raffigurate le seguenti immagini:
1°- San Vincenzo Ferrari, vissuto tra il 1350 e il 1419. Frate domenicano spagnolo, consigliere del re d’Aragona e del Papa di Avignone, peregrinò per l’Europa annunziando la Parola di Dio ed invitando alla conversione, operando segni e prodigi. Gli artisti lo raffigurano con un libro con aperto in mano ed il motto “Timete Deum, Et Date Illi Honorem”.
2° – Santa Margherita Maria Alacoque, vissuta tra il 1647 e il 1690 a Paray-le-Monial (Francia). Le rivelazioni hanno avuto luogo nel 1675. Generalmente la santa viene raffigurata con l’abito del suo ordine, le Visitandine, inginocchiata dinanzi a Nostro Signore che le mostra il suo cuore.
3° – Volto Santo, “L’immagine di Gesù chiede al credente attenzione amorosa e disponibilità piena alla sequela del Signore”.
(Giovanni Paolo II)
4° – San Michele Arcangelo, difensore dal Male simboleggiato dal drago, è uno dei tre angeli posti a capo della Schiera Celeste ed è venerato dalla Chiesa insieme a Raffaele e Gabriele.Le Sacre Scritture parlano ampiamente, della loro esistenza e della loro presenza. Le singolari figure poste sul pulpito hanno un grande significato: dall’ascolto della parola di Dio nasce la fede (S. Vincenzo Ferreri) e la scoperta dell’amore di Gesù (S. Margherita M. Alacoque) che si è dato a noi sulla croce. Gesù non abbandona nessun uomo, ma lo protegge e lo affida agli angeli (S. Michele Arcangelo).
L’Altare Maggiore
L’Altare maggiore si innalza su quattro gradini ed è interamente rivestito di marmo, con al centro un artistico tabernacolo; sopra è posta la cappella con la statua di Santa Rosalia, pregevole opera lignea di autore ignoto. La santa, tiene in mano la croce, è vestita con un abito verde e un manto marrone; ai piedi un teschio di marmo bianco. Nei quattro medaglioni dell’altare vengono raffigurate le fasi principali della sua vita.
a) Santa Rosalia scolpisce il suo nome all’interno della grotta della Quisquina
b) Santa Rosalia, accompagnata da due angeli nel suo peregrinare dalla Quisquina al Monte Pellegrino.
c) Santa Rosalia riceve da Gesù, fra le braccia di Maria, il bastone da pellegrina.
La morte della santa all’interno della grotta del Monte Pellegrino. Gli angeli sorreggono una corona di rose.
L’Organo
Pregiato strumento della seconda metà del XIX sec., fu costruito da Giacinto Micales Lugaro ed i suoi figli, si trova posto nel coro della chiesa, su d’una cantoria autoportante in muratura. Chiusa da otto portelle lignee con vetri, munito di una tastiera sporgente, della cassa, della pedaliera, e dei sette registri, ovvero:Viola, Unda maris, Ripieno flauto di IV, Ottava principale e Flauto reale di VIII. E’ stato restaurato dalla ditta Artigiana Organi di “Francesco Olivieri” di Acicatena (CT), per il costo di lire 74.970.000.La Regione Siciliana ha contribuito alla spese di restauro con la somma di 50.902.000 (cinquantamilioninovecentodue), mentre i restanti lire 24.072.000 sono stati sostenuti dalla Parrocchia di Santa Rosalia. Il primo concerto è stato realizzato dai maestri del conservatorio di Palermo:Basilio Timpanaro(organo)Amico Dolci e Piero Cartosio (i flauti) con l’esecuzione di brani di Musica Sacra del Seicento.
Nella Domenica delle Palme del 2010 è stato inaugurato il nuovo coro ligneo della chiesa, decorato con foglia d’oro e argento dal maestro d’arte Andrea Giuliano. I lavori sono stati eseguiti da Matteo D’Antoni, Salvatore Villano, Pietro Sasso e Filippo Geraci.
Nel Natale del 2014 sono terminati i lavori di rifacimento del prospetto principale della chiesa con il ripristino dell’antico rosone arricchita da una vetrata con l’icona di Santa Rosalia, realizzata dalla Ditta La Barbera Leonardo da Campobello di Mazzara.
Elenco dei Cappellani della Chiesa sino al 1948.
- Sac.Salvatore Pisciotta, fu Salvatore e fu Giuseppa Barone, nato nel 1837.Rettore della Chiesa di Santa Rosalia e Vicario Foraneo. Defunto il 16 Febbraio 1917.
- Sac.Giuseppe Salvatore Pisciotta, nato il 17 Settembre 1870, morto il 14 Luglio 1944.Rettore della Chiesa di Santa Rosalia dal 1917 al 1941.
- Mons.Saverio Gaglio, nato il 28 Giugno 1862, sacerdote dal 19 Settembre 1886. Arciprete di Montelepre dal 1921 al 1928. Rettore della Chiesa di Santa Rosalia dall’Aprile del 1941 al 7 Marzo 1945.