MADRE MARIA ROSA ZANGARA
“Serva di Dio Maria Rosa Zangara, grande mistica della croce, prega per noi”. Maria Rosa Zangara nasce a Partinico (Palermo) l’8-11-1844, da poveri e pii genitori. A 7 anni riceve la Prima Comunione, e – cosa rara a quel tempo – continua a riceverla quotidianamente per tutta la vita. Trasferitasi a Balestrate, per 25 anni (1866-1892) presta servizio intelligente e affettuoso ai due fratelli sacerdoti e svolge un vasto apostolato, frutto di intensa preghiera, di forti e numerose mortificazioni, e di straordinarie esperienze mistiche. Dopo molte difficoltà, il 13-8-1892 fonda a Partinico l’Istituto «Figlie Della Croce» chiamato poi, nel decreto di approvazione dell’Arcivescovo di Monreale Lancia di Brolo, «Figlie della Misericordia e della Croce» (24-3-1897). Durante i nove anni che è Superiora Generale (1892-1901), la Serva di Dio fonda 23 case, comprendenti 130 Suore. Ma ecco la grande prova: a metà del 1901, Madre Zangara è destituita e relegata per sempre nella Casa di Borgetto, dove passerà gli ultimi 12 anni della sua vita (1902-1914), dando mirabile esempio di ogni virtù,e consumandosi di amore all’Eucarestia e alla Croce. Il Servo di Dio Mons. Antonio Intreccialagli O.C.D., Amministratore Apostolico di Monreale, ottiene da Roma il reinserimento della Madre Zangara nell’Istituto; ma dopo un mese – come essa stessa aveva predetto – se ne vola al cielo l’8-4-1914. L’amore alla Santa Croce, l’esercizio della 14 opere di misericordia, la pietà eucaristica e mariana sono l’eredità della Madre Fondatrice alle sue figlie. Il processo Informativo Diocesano per la beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio si è concluso a Monreale l’8-6-1982.
120° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA CONGREGAZIONE
NOTE DI UN EVENTO
Essendo Pontefice della Chiesa Cattolica Leone XIII (1878-1903); Arcivescovo di Monreale Mons. Domenico Gaspare Lancia dei Duchi di Brolo (1884-1919); Re del Regno d’Italia Umberto I (1878-1900); Presidente del Consiglio Di Rudini (1891-1892); Giovanni Giolitti (1892-1893); Arciprete Parroco di Montelepre Don Filippo Terranova (1856-1916); nella cittadina di Partinico, il 15 Agosto 1892, Madre Rosa Zangara fonda un nuovo Istituto: le Figlie della Misericordia e della Croce approvato successivamente dalla Chiesa. La fondatrice, nata a Partinico (PA) l’8 Novembre 1844 da Caterina Fratantonio Longo e Vincenzo Zangara, veniva battezzata lo stesso giorno nella Chiesa Madre di Partinico. Cresciuta con sani principi morali, religiosi e sociali, vive a Balestrate assistendo i due fratelli Religiosi, Cappellani Sacramentali e svolge un ampio apostolato con la Confraternita Francescana. Segnata da una straordinaria e profonda vita mistica e dall’amore verso i più deboli fonda un nuovo Istituto, il cui scopo è lavorare al servizio della Chiesa, raccogliere tutte le povertà della storia, dare il proprio cuore all’educazione della gioventù, all’assistenza degli infermi, manifestando la misericordia di Dio, consolando tutte le miserie spirituali e materiali dell’umanità. A Montelepre l’8 Dicembre 1893 Madre Maria Rosa Zangara apre una nuova casa religiosa accompagnando le prime Suore che prendono dimora nei locali attigui la Chiesa di Santa Rosalia. Inizia così la loro presenza ed il loro servizio in un ambiente lacerato da problemi sociali con la formazione e la nascita dei Fasci dei lavoratori nelle città della Sicilia e nei paesi della Provincia di Palermo. Degna di rilievo è la Lettera Pastorale che Mons. Lancia di Brolo indirizza alla Chiesa Monrealese il 25 Novembre 1893 dove viene preso in esame il fenomeno dei fasci dei lavoratori in Sicilia (richiamandosi alla lettera enciclica di Papa Leone XIII, la Rerum Novarum del 15 Maggio 1891), esorta sia il clero sia i laici ad operarsi verso opere sociali ed assistenziali. Così la missione di Madre Zangara si fa realizzazione per le nuove povertà e contraddizioni che lacerano il mondo, diventando speranza quotidiana e concreta per tutti. Dal 1892 al 1901 Madre Rosa Zangara fonda ben 23 case religiose. Dopo varie umiliazioni e difficoltà (che durano dodici anni, ma in cui resta sempre fedele al suo Signore), muore a Borgetto il mercoledì santo l’8 Aprile 1914. Ancora oggi è in corso il processo per la Beatificazione della Serva di Dio.
Celebrazioni dell’anno zangariano
Sono le ore 10,00 del 24 marzo 2012 e nella piazza del Duomo di Monreale, si fermarono parecchi pullman, dai quali scesero fedeli e suore provenienti da tutta l’isola. C’erano Suore che venivano anche da Roma, Grottaferrata, Napoli, Bucarest. Oggi l’istituto “Figlie Misericordia e della Croce” celebra 120 anni di fondazione. Nel lontano 13 agosto 1892, l’Arcivescovo di Monreale, Mons. Domenico Gaspare Lancia di Brolo, dava alla Serva di Dio, Maria Rosa Zangara, la sua benedizione per fondare a Partinico l’istituto. Il 24 marzo del 1897 la Sacra Congregazione per i Religiosi approvava la Regola che Madre Zangara aveva scritto per le sue figlie, e aggiungeva al titolo “Figlie della Croce”, Misericordia, così, da quel giorno le Suore si chiamarono “Figlie della Misericordia e della Croce”. L’accoglienza dei fedeli in Cattedrale e la preparazione alla messa sono state curate da Don Santino Terranova che ha proclamato le litanie delle figure di Santità della Chiesa di Monreale. Alle 10,30 è iniziata la concelebrazione eucaristica, presieduta dal Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Monreale, Mons. Antonino Dolce che nell’omelia, partendo dalle letture del giorno, ha tratteggiato gli aspetti peculiari del carisma dell’istituto fondato dalla Serva di Dio. Il silenzio e il raccoglimento hanno caratterizzato la Liturgia Eucaristica, resa ancora più solenne dal Coro di Alcamo, che con la direzione del M° Baldo Barone ha animato il sacro rito. Il motivo per cui le Suore ricordano questo anniversario è quello di far conoscere la fama di santità della loro amata Madre Fondatrice e, a tal proposito, istituiscono un Anno Zangariano durante il quale saranno realizzate diverse iniziative: l’8 aprile, 98° anniversario del beato transito della Serva di Dio, con il consueto triduo di preparazione a Borgetto; il 22 settembre a Partinico, paese natale della Madre Maria Rosa Zangara e luogo di fondazione dell’istituto, avrà luogo un Seminario di studio in cui tre relatori ricorderanno l’attualità del messaggio e dell’opera di Madre Maria Rosa; l’8 novembre ogni comunità delle FMC, con iniziative varie, ricorderà il 168° anniversario della nascita della Fondatrice. Inoltre, l’Anno Zangariano sarà caratterizzato da incontri di preghiera e di formazione, concorsi di elaborati da parte degli alunni e dei fanciulli delle Comunità Alloggio ed anche degli Assistiti a riposo. Non mancherà la mostra Zangariana itinerante. Dalle righe di questa breve cronaca le FMC ringraziano i Sacerdoti, gli Apostoli della Misericordia e della Croce, gli amici dell’Istituto, i giovani del Servizio Civile Nazionale, tutti i presenti che hanno gremito il Duomo di Monreale e con la loro presenza e la loro preghiera hanno reso solenne l’inaugurazione dell’Anno Zangariano.
SUORE CHE HANNO OPERATO NEL NOVECENTO
- Suor Maria Stella Purpura (1875-1945)
Madre Generale (dal 1921 al 1945) 50 anni di Prof. Religiosa
- Suor Alessandra Purpura (1914-1978)
36 anni di Professione Religiosa
- Suor Filippa Licari (1899-1969)
- Suor Aurelia Catalano (1933-2011)
56 anni di Professione Religiosa
- Suor Marcellina Barone (1926-1999)
52 anni di Professione Religiosa
- Suor Margherita Pizzurro (1875-1943)
46 anni di Professione Religiosa
- Suor Edvige Candela (1895-1987)
66 anni di Professione Religiosa
- Suor Nunziatina Davì (1926-1979)
32 anni di Professione Religiosa
- Suor Paolina Cucchiara (1922-2002)
55 anni di Professione Religiosa
- Suor Attilia Mazzola (1921-2012)
65 anni di Professione Religiosa
- Suor Domenica Schembri ( 1908-2002)
71 anni di Professione Religiosa
- Suor Gioconda Agosta (1902-1982)
60 anni di Professione Religiosa
- Suor Liduina Siggia (1888-1968)
53 anni di Professione Religiosa
LA PRESENZA A MONTELEPRE DELLE
“FIGLIE DELLA MISERICORDIA E DELLA CROCE”
Ha inizio l’8 dicembre 1893 quando prendono dimora nel locali attigui alla Chiesa di Santa Rosalia, oggi Parrocchia, in Via Castrenze Di Bella n.96. Le mie conoscenze sulle attività caritative, assistenziali e religiose delle predette suore nel nostro paese, hanno inizio sin dagli anni 1943/1945 in poi e, ricordo che la Superiora di quel periodo era Suor Liduina, ad essa poi, subentrò Suor Gioconda Agosta. Nel prospetto principale della loro sede abitativa, vi era scritta la seguente dizione: Istituto Regina Margherita – Figlie della Misericordia e della Croce – Montelepre. In detto Istituto, le suore ospitavano delle bambine orfane, figlie di carcerati, di genitori con problemi familiari, di famiglie indigenti e anche di ragazze adulte che avevano perduto i genitori, a causa dei bombardamenti nella città di Palermo, durante la 2ª guerra mondiale. Difatti, per scampare a tali pericoli, sia le Suore che le ragazze che abitavano nella Casa Madre di Palermo in Via Giovanni Evangelista Di Blasi, in quel periodo, trovavano rifugio presso l’Istituto di Montelepre, come sfollate. Quando Suor Gioconda divenne Superiora era un periodo difficile e, successivamente per il fenomeno del banditismo; ha dovuto affrontare tante difficoltà per curare la sopravvivenza delle bambine ricoverate, al fine di dare loro da mangiare, bussando alla porta di tanti benefattori che le davano aiuto. Nel periodo del banditismo, invece, quando il paese era presidiato dai vari corpi militari, con molta frequenza, la sera veniva intimato il coprifuoco e, tante volte veniva esteso anche di giorno e, in tali circostanze, suor Gioconda, ha avuto il coraggio e l’intraprendenza di sfidare gli addetti al coprifuoco, correndo il rischio, anche di essere sparata, dicendo che aveva bisogno di uscire per procurare gli alimenti necessari e dare da mangiare alle orfanelle. Dopo la seconda guerra mondiale l’Organismo Internazionale chiamato UNRRA faceva pervenire degli aiuti in natura agli Istituti di beneficenza e alle mense scolastiche elementari. Tale assistenza veniva effettuata nei locali della Cripta di Santa Rosalia, guidata da un insegnante della Scuola mentre la preparazione degli alimenti, il funzionamento della Cucina e la distribuzione dei pasti veniva svolta dalle ragazze più adulte dell’Istituto sotto la direzione di Suor Domenica. Per accedere a questo beneficio, gli alunni dovevano esibire un talloncino di compensato ove era apposto il, timbro rotondo della Direzione Didattica, che tenevano appeso al collo. Analoga organizzazione veniva svolta durante il periodo estivo, in occasione della Colonia Comunale che veniva effettuata in una terreno attiguo alla Chiesa della Madonna del Carmine, ove oggi è ubicata una struttura che ospita le Suore anziane della suddetta Congregazione. Queste provvidenze alimentari furono pure utili per alimentare le orfanelle del predetto Istituto. Durante l’estate, quando vi era la raccolta del frumento, Suor Filippi Licari (nostra concittadina), accompagnata da alcune ragazze, si recava presso le aie e nei vari posti di trebbia che vi erano nel circondario, per la questua del grano, analoga raccolta effettuava durante la molitura delle olive, recandosi presso i vari frantoi del paese ve ne erano 5: Spatafora, Sapienza, Gaglio, Martorana e Purpura, per la questua dell’olio. Quasi tutte le domeniche e alla vigilia delle festività, la Suor Filippa, accompagnata da alcune bambine dell’Istituto, vestiva con l’abito talare di colore nero e con una piccola bisaccia di colore bleau che le pendeva al braccio sinistro, bussando alla porta delle case, chiedeva l’elemosina per le orfanelle della Santa Croce, ricevendo piccole offerte in denaro e, anche in natura frutta secca e quant’altro. Il sacerdote Don Calogero Di Vincenti, primo Parroco della Parrocchia di Santa Rosalia nel 1949 la definì: “una Suora instancabile che lavora per la gloria del Signore”.
Le altre Suore invece, come Suor Domenica ed altre, oltre alla cura delle ragazze, si dedicavano all’assistenza degli ammalati e dei moribondi e, come senso di gratitudine, da parte dei parenti ricevevano delle elemosine. L’Istituto era anche punto di riferimento per molte ragazze del paese e alcune di Giardinello. Poiché la madre Gioconda era una brava maestra di disegno e ricamo, sotto la sua guida, tante ragazze impararono bene l’arte del ricamo, che servì ad esse: per tante, al fine di ricamarsi il proprio corredo nuziale e. per tante altre, invece, per avere le possibilità di eseguire lavori di ricamo, per conto terzi e, in questo modo avevano la possibilità di lavorare al telaio, nella propria abitazione, guadagnandosi il compenso in denaro e vivere dignitosamente per evitare di andare a fare le cameriere nelle famiglie facoltose. Ancora oggi, sono in vita diverse di questa ragazze (oggi anziane), che sotto la guida della Madre Gioconda diventarono ricamatrice provette: mia sorella Paola, la Signora Giovanna Bravatà in Giuliano, la Signora Di Misa Rosaria e tante altre. Oltre alle ricamatrici, esistono ancora oggi delle belle tovaglie d’altare finemente ricamate, e conservano la loro bellezza: sia come lavoro di ricamo ma, soprattutto, anche dal punto di vista artistico, assieme e dagli stendardi delle varie Congregazioni Religiose del paese. Oltre all’aspetto istruttivo, le ragazze ricevevano, da parte delle Suore, anche una formazione spirituale e religiosa e, in maniera comunitaria, veniva manifestata nel mese di Maggio, con il culto alla Madonna di Pompei preceduta dai 15 Sabati, durante la novena dell’Immacolata, del Santo Natale e il culto verso l’Addolorata. La direzione spirituale alle Suore era curata dai Sacerdoti locali. In ultimo, mi piace mettere in risalto una ricorrenza annuale che viene, praticata ancora oggi: il Venerdì Santo, i fercoli del Cristo morto e dell’Addolorata vengono fatti entrare nella Chiesa di Santa Rosalia; per questa ricorrenza, durate la sosta, viene cantato l’inno “Stava Maria dolente”; ricordo che in tale occasione, Suor Gioconda fissava il suo sguardo verso la Madonna Addolorata e con molta devozione, assieme alle sue consorelle, deponeva dei fiori alle rispettive Immagini. Voglio evidenziare che, la Madre Gioconda è stata anche punto di riferimento per tante mamme che, nei momenti difficili della loro vita, la consultavano per avere consiglio, un conforto morale e a tutte, con il suo sorriso e tanto ottimismo, dava coraggio. Essa fu molto stimata e aiutata da tutte le persone che la conobbero, come pure da parte delle Autorità di quel tempo; sia civili che militari. I locali dell’Istituto Regina Margherita, furono abitati da alcune Suore fino agli anni 80, mentre altre trovarono alloggio presso l’Istituto “Don Bosco”, in Piazza Belvedere a Montelepre, ove continuarono ad assistere i bambini che venivano inviati nel loro Istituto, da parte dell’Ufficio assistenziale dei minori della Provincia di Palermo e anche del Comune di Montelepre. In questa sede la Superiora Madre Gioconda, dopo 50 anni di vita consacrata, vissuta all’insegna del servizio verso gli abbandonati e il prossimo, assistita amorevolmente dalle sue consorelle, domenica 28.06.1982, mentre per le vie del paese si svolgeva la processione del SS. Crocifisso, da questo mondo, passava al cielo.
Vincenzo Purpura
DOCUMENTI STORICI
1°
“L’Istituto delle Figlie della Misericordia e della Croce nasce con lo scopo di educare le orfanelle e con l’esercizio delle opere di carità in mezzo al popolo”.
Sac. Saverio Gaglio, Vicario Curato
(dal Questionario della Visita Pastorale a Montelepre 1914)
2°
“Addì 8 dicembre 1893 si fondò l’orfanotrofio di Montelepre. Le Suore furono accolte dal paese con entusiasmo; la fede che i cittadini avevano verso la Fondatrice e le sue figlie, era indicibile. Gli ammalati con grande fiducia volevano le Suore al loro capezzale; dalle loro mani desideravano le medicine, ed era in quella circostanza che le religiose con le preghiere li indirizzavano a Dio. Nella stanza dell’ammalato si recitavano preghiere e suppliche, insieme ai loro cari; e la divina Misericordia spesso concedeva all’ammalato il lume della conversione e la salute del corpo. Le elemosine erano abbondanti, e le Suore erano sempre pronte a soccorrere i poveri”.
(P. Antonino da Castellammare, la Madre Maria Rosa Zangara anno 1938 pp. 67-68)
3°
Mentre tutta la Sicilia era percorsa da fermenti di protesta, da Montelepre, un paese a pochi chilometri da Partinico, viene la richiesta di aprire una casa-orfanotrofio. Ebbene, attraverso la testimonianza di suor Chiara veniamo a conoscere che, “quando il Signore comandava di aprire una nuova casa Madre Maria Rosa Zangara, nel prendere una decisione temporeggiava, e nel frattempo rimaneva priva della voce e non poteva assolutamente ingerire cibo. Decisa la fondazione, guariva, tornava a parlare e a cibarsi regolarmente”. Perchè questo ritardo nell‘accettare di aprire una nuova casa? Perchè si scontrava lo slancio soprannaturale ispirato della Fondatrice Madre Maria Rosa, e la prudenza umana fondata sulla ragione e sul calcolo del direttore generale, Don Francesco Drago. Per cui, la privazione della voce, l’impossibilità di mangiare o di bere, la malattia, non erano per lei castighi, ma segni di Dio. In attesa della decisione per una nuova casa da aprire a Montelepre, Madre Maria Rosa si ammalò, con dolori terribili di carattere urologico. Le suore e le orfanelle ormai non speravano più nella sua guarigione. Una mattina, tra gli ultimi giorni di novembre e i primi di dicembre 1893, Padre Francesco Drago si recò a farle visita. La trovò moribonda; sospettando il motivo soprannaturale della malattia, le chiese: Madre Maria Rosa, qual è il motivo di questa malattia che la sta portando alla morte? Mi dica la verità: è per la fondazione di Montelepre? Se è così, le dò l’ubbidienza di farla; vengo, addirittura, io stesso con lei, però deve cessare disse: il dolore e la malattia! Lei, raccogliendo tutte le sue forze, rispose: Padre, mi sembra che la causa sia proprio questa! Ed allora, sia! La Madre, alzando gli occhi al Cielo,esclamò: Oh Signore, sia fatta la vostra Volontà! Ciò detto, riprese forza e vita, si alzò e incominciò la preparazione per la nuova casa che si inaugurò l’8 dicembre 1893, festa dell’Immacolata”. “Prima dell’impianto della casa di Montelepre, scrive suor Agnese, Madre Maria Rosa soffrì tanto, perché il Direttore non voleva. Ma dopo tante sofferenze, ebbe il permesso e subito guarì. Gesù le aveva detto: Va a piantare la mia Croce a Montelepre. La casa la troverai accanto alla chiesa nuova di Santa Rosalia: sono quattro stanze, e là pianterai la Croce!
(Gerlando Lentini – Maria Rosa Zangara
Palermo 1993 – pp. 106-107)
Montelepre e la Serva di Dio
suor Maria Rosa Zangara
L’8 dicembre 2013 ricorrono i 120 anni dalla fondazione dell’Istituto Regina Margherita di Montelepre, diretto dalle suore Figlie della Misericordia e della Croce, inaugurato dalla serva di Dio suor Maria Rosa Zangara l’8 dicembre 1893. Le suore furono accolte in paese con grande entusiasmo, presente tutto il clero cittadino, le autorità civili e militari e una grande folla di popolo. Le suore aprirono una scuola di taglio, cucito, ricamo, asilo per i bambini e ricovero per orfanelle, bambine di famiglie numerose, catechismo per tutti i ragazzi del paese. Le suore si distinsero per l’assistenza ai poveri e soprattutto agli ammalati e ai moribondi. Dal 1898 al 1899 vi fu superiora la Serva di Dio Madre Teresa Cortimiglia, la quale visse tra le Figlie della Misericordia e della Croce dal 1895 al 1901. Da giovane pregava il Signore dicendo: “Gesù fammi incontrare una santa!”; e Gesù l’esaudì quando la Madre Teresa incontrò a Corleone, nel 1895, la Madre Maria Rosa Zangara. Madre Teresa offrì a Madre Maria Rosa Zangara, una rosa con sette boccioli. Madre Zangara rispose dicendo: “Questa rosa sei tu e i sette boccioli sono le tue figlie, tu sarai fondatrice di una congregazione. La tua vita sarà piena di afflizioni e umiliazioni, ma non temere Gesù è con te” (Gerlando Lentini: Madre Teresa di Corleone – San Paolo 1995 pag. 64). Dopo poco tempo Madre Teresa Cortimiglia entrò nell’Istituto di Madre Zangara e vi rimase dal 1895 al 1901. Madre Teresa soleva dire di Madre Zangara: “è il mio telefono con Dio: tutto sapeva prima che mi succedesse, perché l’Amore glielo rivelava” (G. Lentini – ibidem pag. 86). “Di quante cose non mi avvertì prima che accadessero. Quante cose sentiva nel mio cuore! E quanto operava in me la Grazia, col suo aiuto io l’avvertivo sensibilmente” (G. Lentini: “Maria Rosa Zangara, ferita dall’Amore” – Ed. Biblioteca Francescana Palermo 1993 – pp. 123 – 124 – 125).
Il nome di Gesù: JHS, fu impresso sul petto di Madre Teresa con un ferro infuocato, da Madre Zangara, mentre Gesù glielo scolpiva all’interno del cuore. (G. Lentini – ibidem). Esiste un dipinto del 1704, raffigurante il S. Cuore di Gesù; davanti questa immagine si riunivano in preghiera le suore assieme alle orfanelle; lo stesso faceva Madre Zangara.
Un giorno mentre pregava davanti l’immagine, Madre Zangara ebbe una visione e quanto lei vedeva si fissò sopra uno spazio libero del dipinto, visibile anche oggi. Sopra l’immagine della testa del Sacro Cuore vide posarsi una colomba, simbolo dello Spirito Santo. Nello spazio libero vide formarsi un’altra immagine del Sacro Cuore di Gesù, con la testa rivolta in alto; sotto il mento di Gesù vi è la testa di S. Michele, angelo custode del popolo eletto, angelo custode della Santa Umanità di Gesù, Capo del nuovo popolo eletto, la Chiesa. Un grande cerchio abbraccia tutto il mezzo busto di Gesù; questo cerchio è simbolo della Chiesa, nata dal costato aperto del Salvatore; al centro del cerchio vi è un cuore sormontato da una piccola croce. Accanto a San Michele vi è San Giuseppe, capo della Santa Famiglia di Nazaret e capo della Chiesa; la Chiesa altro non è che la Santa Famiglia di Nazaret allargata a tutti i cristiani. Accanto a San Giuseppe vi è l’immagine della Madonna; e nella parte più in alto si vede l’Eterno Padre dalle cui mani escono i raggi che vanno a posarsi sopra San Giuseppe e sopra l’immagine di San Pietro, sito a mezzo busto sotto l’immagine della Madonna. Maria è la donna della Genesi 3,15: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa”. San Giuseppe e San Pietro sono manifestazione umana dell’Eterno Padre, scelti a guida e custodia della Santa Chiesa di Dio. A questa immagine del Sacro Cuore di Gesù si ispirò la Madre Maria Rosa Zangara nella composizione del suo scritto: “Il misto calice: il Cuore dell’uomo Dio! Il misto calice del Cuor di Gesù”. Ecco alcuni brani di questo scritto della Madre Zangara: “O Amore, Amore, Gesù, Croce Divina, Dio, per farti intendere dalle creature, ti sei fatto uomo… un Cuore simile all’Amore… un Cuore che innamora il cielo e la terra… un Cuore che patisce ancora nelle sue creature… Amore, Amore del misto calice del Cuor dell’Uomo – Dio, io ti miro, ti guardo come un immenso cielo… Umiliatevi, o alti monti, tacete, o colline, su, su, guardate, sorvolate nell’Empireo Celestiale, lasciate le bellezze naturali e innalzatevi all’ineffabile, all’immenso Cuore dell’Uomo – Dio, formato nell’Amore triplice della SS. Deità, è il tutto del Paradiso… O Cuore dell’Uomo – Dio… verrà, verrà il tuo giorno, verrà la Luce che sgombrerà tutte le tenebre… Tu un solo Amore, tu un solo Patire, perché sei ancora il misto calice del tuo Sacro Cuore; e questo io miro nella tua Croce, nel SS. Sacramento e nelle tue creature, fino a quando tutti i popoli diverranno un solo Gregge e un solo Pastore”. Io sono stato Parroco di S. Rosalia di Montelepre dal 19.03.1952 al 14.10.1962, e ho conosciuto come Superiora delle Suore: Suor Liduina e Suor Gioconda Agosta; altre Suore: Suor Domenica Schembri, Suor Illuminata, Suor Enrica, Suor Roberta, Suor Artura, Suor Adelina, Suor Filippa, Suor Aurelia. I locali dell’orfanotrofio erano molto vecchi e l’angolo esterno cadente. Un giorno Suor Filippa Licari vide in sogno la Madre Zangara che sosteneva la fabbrica proprio in quell’angolo. Mi venne a trovare Suor Gioconda e mi fece presente il pericolo per l’Istituto. Io avendo dei muratori presso il costruendo istituto Don Bosco, li ho trasferiti presso l’Istituto Regina Margherita, cominciando a demolire la parte pericolante. Le suore e le ragazze, durante i lavori, si trasferirono nei locali della parrocchia. L’Istituto fu rimesso a nuovo, e ampliato e inaugurato alla presenza della Madre Generale, la Madre Porpora Gemma. I lavori durarono un anno, collaborarono le suore e le ragazze più grandicelle. Suor Artura Ugone dirigeva i lavori di sgombero del materiale abbattuto, e il nuovo che man mano si costruiva. Completato di costruire l’Istituto Don Bosco, fu eletta Superiora Suor Gioconda, mentre per il Regina Margherita restò come Superiora Suor Adelina Con Suor Gioconda sono andato a Palermo presso la fabbrica di Ardizzone dove ho comprato i materassi, le coperte e le lenzuola per i bambini del Don Bosco. Sulla campana della chiesa del SS. Salvatore del Don Bosco è inciso il nome mio, fondatore dell’Istituto e di Suor Gioconda come Superiora. Da Montelepre sono andato a Partinico per nove anni, Parroco di S. Gioacchino, poi a Monreale dove come giudice delegato per le cause dei santi, ho avuto la fortuna di leggere interamente tutti gli scritti della Madre Zangara. Ho assistito alla ricognizione della salma della Serva di Dio, per ben due volte. L’ultima volta il corpo fu immerso per 40 giorni in una vasca di alcool, e dopo fu avvolto in una garza di zinco per durare nel tempo. Nella lettura degli scritti di Madre Zangara si incontra qualche difficoltà, ma sono pieni di amore di Dio e di amore per il prossimo. Madre Zangara nella sua vita spirituale celebrò le nozze mistiche con Gesù Cristo e come effetto di questo fatto sperimentò la gravidanza spirituale; cioè sentì in se stessa come se nel suo seno avesse un bambino che si muovesse e le desse gioia e serenità. La stessa cosa provò Santa Brigida di Svezia (1302 – 1373) (cfr. Famiglia Cristiana 20.11.2011).
Mons. Saverio Ferina