“SAN LEOLUCA, ABATE DI CONTINUA PREGHIERA PREGA PER NOI”.
Leoluca nacque nell’anno 815 a Corleone, in provincia di Palermo e di Diocesi di Monreale. I suoi genitori Leone e Tieofisti erano benestanti e religiosi. Vivevano felici anche se desideravano tanto la nascita di un’erede. Dopo anno di preghiera il figlio tanto atteso arrivò. Lo chiamarono Leone come il padre. I genitori fecero in modo che quel figlio fosse veramente un degno figlio di Dio facendolo crescere in un’atmosfera intensa di religione. D’indole docile, sotto la guida dei genitori Leone cresceva forte e virtuoso. Completati i primi studi, mostrando singolare intelligenza e attitudine, si era dedicato a pascolare gli armenti paterni. Nelle campagne passava il giorno in continua meditazione sulle meraviglie del creato e la grandezza del creatore. A vent’anni, l’uno dopo l’altro, Leone perdeva i genitori e sempre più la grazia divina plasmava la sua anima per la santità. Così lasciati i suoi averi ai poveri si rinchiuse nel convento basiliano di Agira, dove viveva l’abate Filippo. I Basiliani erano dei religiosi che si ispiravano nella loro vita monastica alla regola di San Basilio Magno. L’abate Filippo, a capo del convento di Agira, uomo dallo zelo apostolico per la sua attività instancabile in mezzo al suo popolo, accolse con affabilità paterna il giovane Leone e dopo un breve periodo di prova gli tosò la chioma, lo vestì dell’abito monacale e gli diede il nome religioso di Luca: da allora fu chiamato Leoluca. Non si sa per quanto tempo Leoluca dimorò nel convento di Agira, ma si sa che le scorribande dei Saraceni andarono sempre più aumentando in intensità e ferocia fino alla completa conquista dell’isola nell’878. In questi frangenti di terrore il giovane Leoluca fu spinto dall’abate Filippo ad abbandonare Agira. Andato a Roma per un breve pellegrinaggio presso le reliquie dei santi apostoli Pietro e Paolo, andò in Calabria presso il convento di Vena. Era abate del monastero il monaco Cristoforo che accolse affettuosamente con gli altri fratelli il nuovo venuto Leoluca. A Vena Leoluca rimase sei anni, mostrandosi perfetto di virtù e scrupoloso nell’osservanza delle regole. Con l’abate Cristoforo si trasferì nel territorio detto “del Mercurion” dove venne costruito un nuovo convento. Dopo circa dieci anni tornò a Vena insieme all’abate Cristoforo. Quest’ultimo non molto tempo dopo morì lasciando la gestione del convento a Leoluca che pertanto divenne il nuovo abate del convento. Leoluca si spense il 1° Marzo del 915 all’età di cento anni dopo una forte febbre e dopo aver scelto Teodoro come suo successore. Si narra che visse gli ultimi giorni della sua vita in meditazione, digiuni e rapimenti estatici. La notizia della morte rapidamente si diffuse e una gran folla raggiunse il convento; gli storiografi del santo asseriscono che Leoluca è stato sepolto a Monteleone nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Il Falcone nel suo scritto dice: “La salma fu deposta nella chiesa di S. Maria in quel luogo dove appunto fu di lui la cella e oggi è il Duomo di Monteleone”. Si dice infatti che dietro il Duomo vi fosse un convento basiliano. A Leoluca vengono attribuiti diversi miracoli. Il suo culto è molto diffuso sia nel territorio di Corleone che di Vibo Valentia (anticamente chiamata Monteleone). Entrambi i nomi delle due città sembrano rifarsi al nome del santo. Secondo alcune teorie Corleone deriverebbe da Cor leonis, cioè terra di leone così come Monteleone (oggi chiamata Vibo Valentia) deriverebbe da Mons leonis, cioè Monte di Leone.