“BEATO GIACOMO CUSMANO, CHE HAI VENERATO NEI POVERI IL SACRAMENTO DEL SIGNORE, PREGA PER NOI”
Nacque a Palermo il 15 marzo del 1834, sabato della settimana santa, dall’ ingegnere Giacomo Cusmano e da Maddalena Patti, quarto di cinque figli e fu battezzato il giorno seguente nella chiesa di S. Nicolò all’Albergheria. In tenera età gli mancò la mamma e fu la sorella maggiore Vincenzina ad occuparsi principalmente di lui ed a lei rimase sempre attaccato anche attraverso la fede. Vincenzina si fece poi suora e tante sono le lettere, in parte rese pubbliche, che loro si scrivevano, scambiandosi idee per la crescita dei loro istituti.
Giacomo fece i primi studi in casa, dapprima sotto la vigile guida della sorella Vincenzina e poi del sacerdote don Francesco Li Bassi. Frequentò poi il collegio Massimo dei gesuiti e quindi a soli 17 anni l’università, distinguendosi sempre per nobiltà d’animo, per bontà e per la sua preparazione. Dotato di notevole intelligenza e voglia di realizzarsi, conseguì brillantemente la laurea in medicina e chirurgia l’11 giugno del 1855, a soli ventuno anni, nonostante la morte del padre, avvenuta il 27 luglio del 1852, avesse lasciato in lui un vuoto profondo. Fino al 1860 svolse la professione di medico al servizio degli ammalati poveri, dinanzi ai quali spesso si inginocchiava per medicare e baciare le ferite o le piaghe. Iniziò la professione a Palermo e a San Giuseppe Jato, dove la sua famiglia si recava spesso per interessi privati, ma la sua vocazione era ben altra.
Abbracciò la vita sacerdotale l’8 dicembre 1859 nella parrocchia di S. Giacomo La Marina e fu ordinato il 22 dicembre 1860, mentre la Sicilia viveva un grande fermento rivoluzionario. Divenne il medico delle anime, specie quelle povere ed ammalate e la chiesa dei SS. Quaranta Martiri fu la sua prima missione. L’8 dicembre 1868 costituì l’associazione del Boccone del Povero, affiliata alle opere di S. Vincenzo de Paoli e al terz‘ordine francescano, previo permesso dell’arcivescovo palermitano, e P. Giacomo andò di porta in porta a questuare cibo ed indumenti per i suoi poverelli.
La piccola chiesa dei SS. Quaranta Martiri divenne il primo centro della
nuova istituzione, ma nell’ aprile 1874, dopo tanti sacrifici riuscì ad ottenere dal comune di Palermo il convento francescano, abbandonato, di S. Marco Evangelista nel popolato quartiere Monte Pietà. Era in precarie condizioni, ma fu comunque un dono della provvidenza e dopo restauri ed adattamenti, finalmente, i poveri avevano una sede decente. Nel 1882 veniva acquistata dall’associazione la casa di Terre Rosse, con il denaro offerto dal barone Starrabba. Fu qui che P. Giacomo nel 1885, durante il colera che colpì Palermo, si prodigò attivamente in favore delle orfanelle colpite dal morbo. Il 21 novembre 1887 istituì la comunità dei padri missionari, ai quali fu affidata l’evangelizzazione dei poveri e la direzione spirituale della congregazione religiosa Servi dei Poveri, maschile e femminile, che aveva fondato il 4 ottobre 1884.
Fu sempre in stretto contatto ed in continua collaborazione con P. Annibale Di Francia, con l’arcivescovo Giuseppe Guarino, con P. Nunzio Russo e con altri santi uomini che, in quel determinato periodo storico, furono i protagonisti eroici della storia della Chiesa siciliana.
Nelle case di padre Giacomo, oltre a quelle di Palermo, sparse in tanti centri della Sicilia, tra i quali Monreale, Valguarnera, Agrigento, S. Cataldo e Canicattì ed in tante missioni diffuse in quattro continenti, venivano e vengono accolti con gioia orfani, vecchi, invalidi ed emarginati. Il suo obiettivo era di emulare, quanto più possibile, la vita e le opere di Gesù Cristo, con semplicità e con amore. Il 9 febbraio 1888, all’inaugurazione del comitato Dame di Carità, avvertendo l’aggravarsi della sua malattia, disse:
“La mia missione è finita “.
Don Giacomo Cusmano morì il 14 marzo 1888 alle ore 4 del mattino nella casa di San Marco a Palermo, esortando i suoi collaboratori a proseguire nell’opera umanitaria, tenendo sempre l’anima pura, la mente retta e il cuore pieno di amore verso Dio. La sua salma, vestita dei paramenti sacri, fu esposta per due giorni in chiesa, e una grande folla volle dare l’ultimo saluto
a P. Giacomo, chiamato il Padre dei Poveri. Oggi le sue opere sono diffuse
in tutta Italia, in Africa e nelle Americhe.
La sua salma, sepolta nel cimitero dei Rotoli, il 19 aprile 1914 fu traslata all’orfanotrofio femminile delle Terre Rosse e composta nel monumento appositamente fatto costruire, meta di continua venerazione.
La fama della sua santità, che aveva goduto in vita, non cessò dopo la morte, bensì crebbe. Sicuramente P. Giacomo fu una delle figure più significative della pietà e della carità cristiana nella Sicilia dell’ottocento.
La sua causa di beatificazione fu introdotta il 24 maggio 1961 e fu dichiarato beato, in Vaticano davanti ad una folla immensa, il 30 ottobre 1983 da papa Giovanni Paolo II. Il suo culto ha memoria a Palermo, ad Agrigento e a Canicattì. Lo stesso santo padre, nell’occasione della sua beatificazione, ebbe a dire, tra l’altro: “La sua opera, come tutte le opere di Dio, incontrò difficoltà che misero a dura prova la sua volontà, ma con la sua immensa fiducia in Dio e con la sua invitta fortezza di animo superò ogni ostacolo”.