(1927-1999)
Mons. Francesco Sparacio nasce a Carini (PA) il 5 Febbraio 1927 da Giuseppe e Rosaria Mannino. Educato alla scuola della sua famiglia e del Servo di Dio Mons. Tommaso Mannino, nel 1939 entra nel Seminario arcivescovile di Monreale. Il 15 Agosto 1951 è ordinato sacerdote. È chiamato a svolgere il compito di cancelliere della Curia, poi Vicerettore del Seminario, di Padre Spirituale del Seminario minore e nel 1971 di Rettore del Seminario Maggiore. È Assistente unitario dell’Azione Cattolica. Durante questi anni insegna nel liceo latino e greco. Nel 1981 è nominato Vicario Generale, incarico che svolgerà con diligenza fino al 1998. Muore a Carini il 19 Novembre 1999.
Riportiamo la testimonianza di Don Vincenzo Ambrogio.
Mons. Francesco Sparacio è un Sacerdote del quale si può dire che, pur essendo morto, adhuc loquitur in quanto ancora molto presente nel ricordo di quanti lo conobbero e lo apprezzarono. La memoria per attivarsi, ha sempre bisogno di un input che la provochi: per vedere con gli occhi del ricordo, chi era, fisicamente Mons. Sparacio, basterebbe prendere in mano i tanti album di fotografie scattate dalla inseparabile Canon. Sfogliandoli, emerge la figura di un prete che porta sempre la tunica nera, dal passo svelto con in mano, sempre, o una cartella o un libro, assorto nei suoi pensieri ma sempre reattivo con l’ambiente che lo circondava. Avvicinandolo, infatti, chiunque aveva la chiara sensazione di trovarsi davanti una persona cordiale, ricca di umanità, elegante e piacevole nella conversazione. Questi tratti rivelano l’altra dimensione della sua personalità: una ricca interiorità maturata nell’esercizio delle virtù cristiane, il tutto orientato a vivere in pienezza l’essere Sacerdote del Signore. Questo spessore spirituale si avvertiva poi ogni qual volta egli era chiamato a svolgere il suo ministero sacerdotale. Questo si sviluppò, ininterrottamente, al centro diocesi, a Monreale, in mansioni di grande delicatezza e prestigio: Rettore del Seminario, Assistente spirituale, Vicario generale. I diversi ruoli ricoperti lo portarono ad essere a contatto con le varie realtà ecclesiali della Diocesi. Negli incontri con i Sacerdoti, i giovani, le suore e con tutte le iniziative apostoliche, egli profuse il suo amore alla chiesa, il dono di essere guida sicura nei cammini formativi. Ciò che più si apprezzava e rendeva la sua amicizia desiderabile era il suo modo di fare discreto, senza ostentazione, riservato.
LA GUIDA SPIRITUALE
Molti settori del variegato mondo ecclesiale diocesano beneficiarono dell’attività sacerdotale di Mons. Sparacio. L’Azione cattolica, le Associazioni e i Gruppi ecclesiali, gli istituti secolari, le religiose, le anime impegnate in itinerari formativi lo ebbero come direttore spirituale apprezzato predicatore di esercizi spirituali o di incontri di spiritualità. Punti forti che caratterizzavano il suo accompagnamento erano: la preghiera personale, le meditazioni, il culto dell’Eucaristia, il valorizzare la vita liturgica, la pratica delle virtù ecc…
Consapevole che condurrete anime sulla via della perfezione evangelica comportasse l’educazione all’impegno ascetico, liberare l’uomo nuovo dalle scorie del vecchio, legato, spesso, all’aurea mediocritas, questo lo rendeva prima esigente con se stesso e poi con gli altri. Moltissime persone che anche oggi militano nelle file dell’associazionismo cattolico ricordano, con nostalgia, l’amico Sacerdote, la guida spirituale impareggiabile.
Il rettore del seminario
il Seminario è una realtà centrale nella vita di una diocesi. A questa istituzione è affidato il delicato compito della cura spirituale, umana e culturale dei giovani che sentono la chiamata al Sacerdozio. Tutta la sua attività è nelle mani di un uomo solo, il Rettore. Esso è chiamato: ad interpretare ed eseguire il progetto formativo stilato dai Vescovi per i futuri presbiteri, ad interagire sinergicamente, con altri educatori, a cogliere le dinamiche della storia della diocesi, ad avere intuizione e sensibilità psicopedagogiche, a sintonizzarsi con il presbiterio diocesano, ad essere attento ai pronunciamenti del magistero della Chiesa. Il contesto storico nel quale Mons. Francesco Sparacio fu chiamato a guidare il Seminario non fu dei più facili erano gli anni della contestazione giovinale, della “Rivoluzione culturale” che, tra gli altri fenomeni, provocò una crisi vocazionale molto accentuata. Il Seminario diocesano, a differenza di altri, rimase aperto anche se con pochi ragazzi di Scuola Media, un’intuizione operativa che, in seguito, risulterà valida e proficua di sviluppi positivi, come la esperienza sta confermando. La centralità del Seminario portò Mons. Sparacio a qualificare anche il suo ruolo di Docente di lettere classiche. Formatosi alla scuola di illustri maestri, Mons. Sparacio raggiunse una raffinata preparazione culturale poliedrica che poi i suoi alunni o ascoltatori ritrovavano nelle lezioni o negli interventi omiletici, ecc…
IL VICARIO GENERALE
Resosi vacante l’Ufficio di “Delegantus ad omnia” (Delegato del Vescovo per ogni servizio) ricoperto da Mons. Catarinicchia, durante la prima fase dell’Episcopato monrealese di Mons. Salvatore Cassisa, tra i Sacerdoti diocesani che potevano ricoprire quel ruolo il più accreditato era Mons. Francesco Sparacio. Il suo lungo e qualificato servizio in tanti settori chiave della Diocesi offriva le più ampie garanzie per formare il coordinatore del complesso lavoro degli uffici della Curia, il mediatore del complesso lavoro degli uffici della Curia, il meditatore tra Vescovo e Diocesi, tra Vescovo e Presbiterio diocesano. Subentrando nel ruolo di “delegatus ad omnia” prima e di Vicario generale dopo, per Mons. Sparacio si affaccia un nuovo campo di lavoro. Il Vicario è chiamato a gestire problematiche4 giuridiche e canoniche, curare i rapporti con le Autorità civili e i vari organismi statali, del Vaticano e della C.E.I. Frutto di questo enorme carico di lavoro, condotto sempre con competenza, senso di responsabilità, amore alla Chiesa, fu la consapevolezza, maturata in moltissimi strati della diocesi, trai il clero, i laici o semplici fedeli, che a Monreale c’era una persona su cui contare, perché valida, credibile, seria, affidabile, aperta e amante del bene e della giustizia. Queste doti si rivelarono preziose quando la Diocesi dovette attraversare un periodo molto critico. Mons. Sparacio allora fu accanto al Vescovo Cassisa con convinzione e atteggiamento costruttivo: smussò angolature, abbassò il tono delle polemiche operò per raggiungere la pace e la concordia, si industriò per tenere unito il presbiterio e la diocesi attorno al suo Pastore: l’Arcivescovo Mons. Cassisa. Una vita pienamente compiuta come quella vissuta da Mons. Sparacio va oltre un arco di tempo compreso tra due date la nascita e la morte. Essa lo supera in nome di una “continuità” che collega chi ha finito con chi resta. Mons. Sparacio è nel ricordo di quanti lo conobbero perché fu portatore e testimone di ideali, di percorsi, di intuizioni, di amore alla Chiesa, di radicamento nella fede. In questi solchi Lui ha lavorato in continuità con il passato, a sua volta testimone di un interrotto stile di essere Chiesa nel vissuto della nostra diocesi. Morendo ha consegnato idealmente il testimone a tanti altri che continuano a lavorare nella nostra Chiesa locale. L’aver creduto in questo lavoro è il miglior ricordo di Lui e, nel contempo, il viatico per continuare.
2. Saluto espresso da Mons. Vincenzo Badalamenti in occasione dei solenni funerali celebrati nella Chiesa Madre di Carini: Sabati 20 Novembre 1999
Mentre il mio cuore, insieme con quelli dei Sacerdoti qui presenti, dei familiari e di quanti l’hanno conosciuto e stimato geme per la scomparsa dell0amico Sacerdote Mons. Francesco Sparacio, l’anima mia si lancia in un anelito di grazie e di gloria al Signore per il dono meraviglioso della vita sacerdotale di Mons. Sparacio. L’ho visto ieri due volte, composto nel suo lettuccio di morte con le mani intrecciate da due rosari, uno nero di cocco, l’altro marrone pur esso di cocco e legate dal fazzoletto ricamato dell’ordinazione sacerdotale ancora olezzante di balsamo. Parlare di Lui è molto difficile: eppure era un Sacerdote semplice e buono che faceva trasparire le più intime qualità del suo fare schivo da ogni doppiezza e pieno di carità per tutti. Avrebbe compiuto settantadue anni nel prossimo febbraio, ma la sua condotta di vita du sempre uguale a se stessa. Fin da piccolo corrispose all’educazione dei genitori e del Servo di Dio Mons. Tommaso Mannino, continuando poi degnamente a corrispondere a quella ricevuta nella vita di Seminario. Ordinato Sacerdote il 15 Agosto 1951 ebbe subito incarichi nel Seminario come Vice Rettore prima, poi come Padre Spirituale e infine come Rettore. Oltre due generazioni debbono ricordare in Lui il custode vigile della virtù e della cultura. Insegnò in Seminario latino e greco, fu studioso attento e puntiglioso. Da oltre un ventennio è stato alle prese con i manoscritti a volte illeggibili dello Jannelli, ordinando e traducendo dal latino gli oltre settemila proverbi, detti, modo di dire, quasi pronti per le stampe. Fu in Curia prima Cancelliere e poi Vicario Generale. Servi con dedizione totale gli Arcivescovi che si sono susseguiti, forte del suo saper fare, della sua prudenza e soprattutto della sua fedeltà. Le sue qualità peraltro superlative, giunsero alla Santa Sede che lo designò come Vescovo. Ma Lui sull’esempio del grande Arciprete di Carini Don Vincenzo Gallina non volle accettare. Tutti si stupirono a tal rifiuto, ma Lui come se la cosa non l’avesse sfiorato per nulla, mise nel bagaglio del suo silenzio, della sua modestia e della sua umiltà quella notizia. Fu un oratore forbito: spese la sua eloquenza per proclamare le verità della fede, per cantare le glorie di Maria, per difendere i diritti dei più deboli. Lo sanno i Sacerdoti che l’hanno invitato in occasioni varie di predicazione. Diversi istituti di Suore facevano a gara per averLo per corsi di Esercizi Spirituale, per ritiri, per conferenze. Fu l’attento Assistente di sempre dell’Azione Cattolica che amò come il suo Sacerdozio, come la cosa più cara e più grande. Penso che sia stato il Sacerdote migliore.
Ringrazio i Sacerdoti della Diocesi che in vario modo hanno reso omaggio alla sua salma. Grazie Rosaria, grazie Giusy, grazie a tutti voi cognata e nipoti per avere seguito con dedizione le vicende dolorose nella vita del carissimo Monsignore. Concludo supplicando Gesù Re dell’universo di accogliere nella Gloria dei Beati accompagnata dalla Vergine Maria e dai suoi Santi Patroni, la sua anima benedetta.
BIBLIOGRAFIA
Ricordando Mons. Francesco Sparacio, Monreale 2014
Badalamenti Vincenzo, Soffi di Verginità, Carini 2005 pagine 227-237