Primogenito di Giacobbe e di Rachele dopo molti anni di attesa. Favorito del padre, portava come segno della sua benedizione una tunica particolare. I fratelli ne divennero invidiosi, dopo che egli ebbe raccontato loro i suoi sogni, in cui si inchinavano davanti a lui. Pensarono di ucciderlo, ma Ruben li convinse a temporeggiare e Giuda a venderlo come schiavo. Giuseppe fu così portato in Egitto, e i fratelli dissero a Giacobbe ch’era stato ucciso da un animale.
In Egitto fu comprato da Potifar, un alto funzionario, e fatto maggiordomo della sua casa.
La moglie di Potifar l’accusò d’aver tentato di violentarla, e così egli finì in prigione. Là spiegò al coppiere e al panettiere del faraone il senso dei loro sogni.
Due anni dopo il faraone ebbe dei sogni, che non riusciva a decifrare. Il coppiere si ricordò di Giuseppe e il faraone lo mandò a chiamare. Giuseppe gli disse che doveva prepararsi a una lunga carestia.
Il faraone lo fece primo ministro e lo incaricò dei preparativi in vista della carestia.
Giuseppe rivide i fratelli quand’essi vennero in Egitto a comprare grano durante la carestia.
Li accusò di essere delle spie e disse loro di tornare con il fratello più giovane, Beniamino, per dimostrare che dicevano il vero.
Quindi li mise alla prova per vedere se sarebbero stati crudeli con Beniamino, così come lo erano stati con lui.
Quando si rese conto che si prendevano veramente cura di Beniamino, rivelò loro la sua identità. Giuseppe invitò il padre e le famiglie dei fratelli a vivere in Egitto. Giacobbe gioì immensamente nel rivedere il figlio. I loro discendenti vissero in Egitto per quattro secoli.
(Genesi 30,24; 37-50).