Sabato Santo 26 Marzo
Meditazione
Per antica tradizione, in questo giorno la Chiesa non celebra il sacrificio eucaristico. Sabato Santo è il giorno nel quale Dio e la Chiesa fanno silenzio accanto al sepolcro di Cristo. Gesù scende agli inferi, per risalirne vittorioso insieme ai nostri progenitori e a tutti i giusti dell’Antico Testamento. In questo Sabato Santo ci fermiamo a riflettere su quello che possiamo imparare dai sentimenti dei discepoli e dalla fede di Maria durante le ore dell’attesa che preparano ad accogliere nella fede la Risurrezione di Cristo. Perché Gesù ha lasciato un giorno di “sospensione” ( tra la sua morte e la sua Risurrezione? E cosa possiamo “ricevere”, noi che ormai viviamo del Cristo risorto, da queste ore in cui tutto tace, anche la stessa Parola di Dio? In questo tempo “muto” i discepoli si sono ritrovati a fare i conti con se stessi, con la vergogna pere la loro fuga e col sentirsi vili. Hanno convissuto con una profonda tristezza, con il dolore di una perdita, con la sofferenza che ci coglie quando siamo preda dei rimorsi e capiamo che non possiamo più tornare indietro. E si sono trovati smarriti, senza punti di riferimento, senza consolazione. Questo, se ci pensiamo, è lo stato d’animo che prima o poi tutti avvertiamo. È il tempo in cui non sembra più possibile nessuna buona notizia anche perché Dio appare dei tutto assente. Il dolore spesso ci divide, ci logora, ci annienta. Ha un potere distruttivo. Ma può dare vita quando si ama: Cristo ha guardato il dolore dell’umanità e ha amato l’umanità nel suo dolore. l’ha assunto per guarirlo e per consolarlo. I discepoli hanno dunque un tempo di silenzio per guardare in faccia la loro sofferenza, per comprenderne i motivi ma anche per imparare ad amare le persone nel tempo del loro dolore.