«Chi vi avrà dato da bere anche solo un bicchiere d’acqua fresca: non perderà la sua ricompensa»
Tutta la Sacra Scrittura è intrisa della consapevolezza che l’acqua è una necessità perché un uomo possa vivere. L’essere umano è infatti costituito per il 60% da acqua e nel corso della sua vita dicono le statistiche, beve in media circa 25.000 litri di acqua per il proprio mantenimento. È di immediata comprensione allora come anche la Bibbia richiami il dovere di garantire l’acqua ad ogni creatura senza distinzioni di razza, cultura e religione, senza nemmeno lasciarsi bloccare da problemi relazionali: bisogna dar da bere anche al nemico: «Se il tuo nemico ha sete, dagli acqua da bere» (Pr 25,21). Così Gesù indicherà come anche per un solo bicchiere d’acqua fresca dato nel suo nome, quindi con amore e rettitudine d’intenzione, non si perderà la ricompensa eterna (cfr. Mt 10,42). Così Gesù indicherà come anche per un solo bicchiere d’acqua fresca dato nel suo nome, quindi con amore e rettitudine, non si perderà la ricompensa eterna (Cfr. Mt 10,42). Certamente il discorso sul dovere di garantire acqua sana e potabile per tutti deve essere gestito a livello planetario e dalle istituzioni preposte, tuttavia anche ognuno ha il dovere di cooperare a questo, attraverso un utilizzo saggio dell’acqua a sua disposizione, evitando sprechi inutili e cercando di non inquinare l’acqua attraverso un uso sconsiderato di prodotti chimici. Gesti semplici, possibili a tutti, insieme all’attivazione verso le persone che bussano alla porta chedendo ristoro alla propria sete. Gesti che, però, non sono banali né inutili, ma assolutamente necessari per il bene di tutti.
Tiberio Cantaboni