RELAZIONE ENNA

Incontrare Gesù in e con la famiglia

 Note del Convegno

ENNA 15/17 Aprile 2016

….e cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc.2,52)

Come referente parrocchiale sono stata invitata, dall’Ufficio Catechistico Diocesano, a partecipare al Convegno Regionale dal titolo “Incontrare Gesù in e con la Famiglia; sono stati giorni intensi di incontro, di ascolto, di interiorizzazione, di crescita e soprattutto di attiva partecipazione specialmente nel coinvolgimento agli Atelier che sono stati utili apporti per il risultato finale vero frutto del Convegno, che hanno indicato nuovi orizzonti per il cammino della Chiesa Siciliana.

Ad introdurre i lavori la sollecitazione di mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, diocesi ospitante: “Se Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini, il merito è anche della sua mamma e del suo papà: anche nella vita del Signore, ha aggiunto, è stata la famiglia a trasmettere la fede, come avviene per ogni bambino, in ogni tempo”.

La partecipazione integrata degli Uffici Regionali per la Catechesi e degli Uffici Regionali per la Famiglia si sono confrontati sul tema in questione, tema che è stato largamente ampliato dai vari interventi e soprattutto dal relatore ufficiale del Convegno Don Michele Roselli, direttore dell’ufficio Catechistico di Torino.

Come anticipato nella brochiure d’invito, “il Convegno si propone di continuare ad accompagnare il processo di rinnovamento missionario della Catechesi nelle nostre Diocesi, sviluppando la riflessione sull’ispirazione Catecumenale come volano di tale rinnovamento, con esplicita attenzione al ruolo della famiglia”.

Una continuità nella collaborazione avviata lo scorso anno, che metteva a fuoco la trasmissione della fede e che oggi ci ha visto ancora insieme per riflettere sul N. 60 degli orientamenti per l’annunzio e la catechesi “Incontriamo Gesù”.

Dopo la parte riflessiva, quella progettuale con quattro “atelier”, stile laboratoriale ormai conosciuto dagli operatori pastorali e che ogni  comunità dovrebbe adottare, per crescere insieme perché ognuno possa essere parte attiva maturando quella corresponsabilità a cui ogni cristiano è chiamato.                                                          I titoli dei quattro atelier: -“Educare alla comunione: il senso dell’appartenenza ecclesiale”; -“Educare all’affettività”; – “Educare alla comunicazione”; -“Educare al rispetto del creato”. Tutti sono stati finalizzati all’elaborazione di possibili percorsi, strumenti, input formativi su alcuni temi “caldi”, utili per le diocesi e le parrocchie, nella prospettiva educativa del decennio in corso che ci richiama con forza a ritrovare in Gesù il modello di ogni itinerario formativo ed educativo.

Di notevole interesse è stata la tavola rotonda, fulcro della seconda mattina del convegno regionale, tra don Michele Roselli il dott. Pietro Cavaleri, psicologo e psicoterapeuta, quest’ultimo ci ha aiutati a capire il lato psicologico della famiglia portando la sua esperienza, specialmente dei consultori familiari dove ha lavorato per molti anni. Uno di fianco all’altro, hanno parlato della relazione tra la famiglia e la comunità nel cammino di ispirazione catecumenale nell’iniziazione cristiana.

Non solo interventi e stimoli, ma anche e soprattutto risposte ai tanti quesiti che sono arrivati dai partecipanti ai lavori: “Cosa domandare alle famiglie? Cosa offrire alle famiglie? Come, concretamente, la comunità può imparare dalle famiglie ad essere famiglia?”. Concretamente, in che modo immaginare itinerari di IC con i ragazzi e le loro famiglie?

Aiutati dall’indispensabile sfondo biblico-spirituale della Lectio divina sul ritrovamento di Gesù fra i dottori del tempio e la sua crescita in seno alla famiglia di Nazareth, guidata magistralmente da Don Dionisio Candido  che mattina e sera apriva e chiudeva i lavori, ci ha fatto comprendere meglio come far risuonare dentro di noi la Parola di Dio che nella Lectio diventa poi preghiera.

Tra catechisti, famiglie e sacerdoti sono stati oltre duecento i partecipanti. A chiudere i lavori le conclusioni dei direttori degli uffici organizzatori e del vescovo delegato Mons. Salvatore Muratore, vescovo di Nicosia e delegato Cesi per la Catechesi: “La famiglia è dentro la comunità cristiana, non accanto e la comunità cristiana, famiglia di famiglie, esprime La Chiesa. Due parole che hanno connotazione tipicamente familiare, determinano l’inscindibile unità tra pastorale catechistica e pastorale familiare: la sponsalità e il grembo.
L’ispirazione catecumenale fa riferimento al grembo della Chiesa sposa che genera i suoi figli alla fede, i figli sono dentro un amore sponsale (uomo-donna, padre-madre) che li ha generati e che li accompagna e li forma alla vita.
L’amore sponsale è la dimensione più vera della Chiesa, racconta del suo legame unico con il suo Signore. La frase del Cantico esprime la pienezza della reciproca appartenenza: “il mio amato è mio ed io sono sua”. Dentro questo legame siamo tutti coinvolti: sposi, presbiteri, diaconi, consacrati/e e l’intero popolo di Dio. Nell’amore di Cristo per la Chiesa trovi e leggi l’amore di una coppia, ma anche la dedizione verginale della persona consacrata, il dono di sé del presbitero, il volto bello di ogni uomo e di ogni donna che fa parte del popolo di Dio.
Una caratteristica della sponsalità è la fecondità. La Chiesa è il grembo che genera alla fede, la famiglia è il grembo che genera alla fede, la comunità parrocchiale è il grembo che genera alla fede. Non sono tre entità separate – Chiesa, famiglia e parrocchia -, sono tre realtà concorrenti e intrecciate che insieme manifestano e realizzano la maternità della Chiesa, l’unico grembo da cui siamo generati. La famiglia non è fuori dal processo di iniziazione, ma ne è l’anima e il soggetto originario e principale.  Attraverso la Parola, i sacramenti e la comunione, la Chiesa nella storia (come la famiglia e la parrocchia) non cessa di essere madre feconda che genera, nutre e si prende cura dei figli del Padre e li rende fratelli.                                                   L’ispirazione catecumenale, aggiunge, può dare un volto nuovo a tutta la pastorale parrocchiale e diocesana: con il modello ispiratore del catecumenato, infatti, vanno ripensati gli itinerari di riscoperta della fede degli adulti, gli itinerari di accompagnamento per coloro che chiedono la Cresima da adulti, come anche gli itinerari di riscoperta della fede per fidanzati, e quelli di riscoperta dell’amore”.

Infine vorrei citare alcune parole dell’omelia di sua Ecc. Mons. Corrado L’orefice che ha concelebrato la messa di domenica mattina: “La Chiesa è la fraternità dei discepoli del Signore Gesù. La Chiesa nasce dalla potenza della Parola di Dio e continua a risuonare per mezzo di quanti continuano con la testimonianza. – Quello che noi abbiamo visto, contemplato, quello che noi abbiamo toccato , ossia il verbo della vita, questo noi vi annunciamo.- Interroghiamoci! Noi facciamo sul serio con la Parola di Dio? Non è il padroneggiare la Parola, ma la potenza dello Spirito che rende capaci di testimoniare”

Come ho già detto all’inizio, per me è stata una esperienza di crescita, di discernimento, di conoscenza e di comunione, ringrazio Dio per questo e chi per lui lo ha reso possibile. La fatica ora ulteriore di far camminare il pensiero e l’agire della Chiesa nel mettere in pratica, o almeno provarci, quanto appreso. Fare eco all’interno delle nostre parrocchie di quanto sperimentato e coinvolgere persone di buona volontà che vogliono mettersi in gioco, nel riproporre l’unico Vangelo della vita in modo nuovo. Imparare da Gesù ad avere cura dell’altro avendone “compassione”.

Ogni momento dei lavori è stato ripreso grazie alla collaborazione con l’Ufficio stampa di Luigi Cinardo.

Sua anche la galleria fotografica.

www.chiesedisicilia.org

Montelepre, 23 Aprile 2016

Giuseppa M. Cucchiara

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