“AMORIS LAETITIA”

Esortazione Apostolica postsinodale sull’amore nella famiglia

Lo scorso diciannove marzo solennità di San Giuseppe, Papa Francesco ha firmato l’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” sull’amore nella famiglia, presentata l’8 aprile dalla sala stampa Vaticana.

Come si evince già dal sottotitolo è una esortazione post-sinodale, cioè un’esortazione che raccoglie e rilancia i frutti di due sinodi sulla famiglia, svoltosi nel 2014 e nel 2015 e che ha prodotto dei lineamenta, cioè delle linee guida e Papa Francesco arricchendoli ulteriormente citando altri documenti dei suoi predecessori quindi in continuità  con il magistero della Chiesa, ha donato a tutto il popolo di Dio,“Amoris Laetitia”.

“La gioia dell’amore che si vive in famiglia è la gioia della Chiesa” così esordisce il primo paragrafo del documento composto da nove capitoli e 325 paragrafi ricchi e complessi, com’è ricca e complessa la realtà della famiglia.

Per una comprensione più integrale, prima di studiare a fondo l’intera Esortazione, ci viene in aiuto l’ampia presentazione che fa L’Osservatore Romano nell’edizione di giovedì 14 aprile che dedica quasi tutte le pagine al documento in questione “Amoris Laetitia”, riportando alcuni interventi della presentazione in sala stampa fatta l’8 aprile. In modo particolare voglio condividere con chi sta leggendo queste righe, l’intervento del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schonborn, ho scelto fra i tanti il suo intervento, perché mi ha colpito il fatto che sia stato un figlio di genitori separati, quindi comprende, forse, meglio di altri il problema delle tante ferite che vivono molte famiglie.

“Ecco che cosa dice: “fortemente conquistato e commosso dal modo in cui Papa Francesco riesce a toccare argomenti difficili con semplicità di cuore senza catalogare o etichettare, con quello sguardo benevolo che ha a che fare con il cuore di Dio, con gli occhi di Gesù che non esclude nessuno, che accoglie tutti e a tutti concede la “gioia del Vangelo”. Spesso, afferma il cardinale interpretando le parole del Papa, siamo portati a usare termini come irregolari o atipici riferendosi ad esempio alle famiglie cosidette allargate, o divorziati risposati, ma ribadisce che la famiglia è famiglia al di la della sua storia dei suoi fallimenti e dei suoi limiti, non ci sono famiglie regolari da un lato e famiglie irregolari dall’altro dando già il senso di esclusione, ecco perché Papa Francesco invita all’accoglienza, all’accompagnamento, al coinvolgimento e all’integrazione, come dice Gesù ai farisei che vogliono lapidare l’adultera: “chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra”. Siamo tutti in cammino per crescere, imparare e superare nuove tappe”.

Papa Francesco parla di “amore nella famiglia” con lo uno stile semplice al quale siamo ormai abituati, con parole che scaldano il cuore. “La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno” afferma in proposito l’esortazione, si tratta piuttosto di “effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero” (AL297).

Continua ancora il cardinale di Vienna ”Per me Amoris Laetitia è un avvenimento linguistico, che si pone in atteggiamento di stima verso le diverse situazioni di vita con un profondo rispetto di fronte ad ogni uomo che non è mai in primo luogo un caso problematico in una categoria, ma una persona inconfondibile, con la sua storia e il suo percorso con e verso Dio.

Come ribadiva Papa Francesco nell’EG al n. 36 “dovremmo toglierci le scarpe davanti al terreno sacro dell’altro”, soprattutto nell’aiutare le famiglie nel discernimento e nell’accompagnamento.

Oggi ci è chiesto responsabilità e generosità nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia, così che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia che Dio offre loro (AL35).

Spesso abbiamo presentato il matrimonio in modo tale che il suo fine unitivo, l’invito a crescere nell’amore e l’aiuto reciproco sono rimasti adombrati. Chiediamoci: abbiamo fatto buon accompagnamento dei nuovi sposi? Specialmente nei loro primi anni? Con proposte adatte ai loro orari, ai loro linguaggi? (AL36).

Forse abbiamo presentato più una morale che una persona, un Dio che punisce più che una buona notizia, per questo siamo chiamati ad una conversione pastorale fatta con autocritica e che Papa Francesco ribadisce con forza nella EG.

Il Cardinale Schonborn evidenzia ancora il pensiero del Papa sull’educazione legandola alla pratica pastorale della Chiesa, non si puo avere il controllo totale di un figlio, ma è opportuno generare in esso , con molto amore, processi di maturazione della sua libertà, di preparazione, di crescita integrale, di coltivazione dell’autentica autonomia (AL261).

Egli racconta la situazione della sua Chiesa, e la sua preoccupazione di fronte a situazioni che la frammentano.

Il cuore dell’enciclica, i due capitoli centrali, parlano dell’amore coniugale, il Papa attraverso l’Inno alla Carità della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi, che apre il quarto capitolo, (AL89) spiega com’è l’amore, la sua profondità, e incoraggia a credere e ad avere fiducia nella sua forza. In questi capitoli il Papa parla anche di passione, di emozione, di eros, di sessualità nella vita matrimoniale, ma anche di violenza e di manipolazione quando ad esempio l’amore si trasforma in domino (AL155), l’amore è dono perciò esclude ogni genere di sottomissione.

Nell’8 capitolo il Papa risponde alle tante situazioni scottanti per la Chiesa e cioè di come accompagnare, discernere le situazioni dette “irregolari”, l’unica formula è la misericordia e l’integrazione, nessuno può sentirsi escluso perché fragile, perché in dissonanza con l’ideale di famiglia che propone il Vangelo, certo non ci sono semplici ricette e uguali per tutti, ma tutti devono sentirsi parte integrante della comunità.

Sono battezzati, sono fratelli e sorelle che appartengono al corpo di Cristo che è la Chiesa, lo Spirito come in ognuno riversa in loro doni e carismi per il bene di tutti; in special modo è necessario la cura e l’educazione cristiana dei loro figli.

Il Papa propone itinerari di discernimento perché ci possa essere una presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio (AL300).

Si pone anche la domanda a proposito dell’accesso ai sacramenti per le persone che vivono in situazioni “irregolari” e ricorda la necessità di un discernimento, da parte dei pastori, delle situazioni caso per caso nella linea della Familiaris Consortio di San Govanni Paolo II. Il discernimento dice il Papa deve aiutare a trovare starde possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti: “Un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà (AL304).

Il Papa afferma che in certi casi i sacramtenti sono aiuto, ribadendo: “i sacerdoti ricordino che il confessionale non è una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore” e l’Eucaristia, “no è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli” (EG 44).

Papa Francesco confida nell’amore, l’unica bussola che ci indica la strada, non è un cammino facile, ma è pieno di gioia, rilancia alla fine dell’enciclica un ulteriore esortazione:” Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa.

Infine non manca la preghiera finale di affidamento alla Santa Famiglia.

A noi ora il compito di studiare, di interiorizzare, di fare nostra sia in modo personale che all’interno delle nostre comunità questo documento, perché attraverso l’esortazione possiamo fare il cammino di discernimento partendo dalle nostre realtà vivendo per primi la gioia dell’amore.

Montelepre, 23 Aprile 2016

Giuseppa M. Cucchiara

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