Oscar Arnulfo Romero nasce il 15 marzo 1917 a Ciudad Barrios di El Salvador; ordinato sacerote il 4 aprile 1942 a Roma dove sta studiando, quando torna in patria, diventa rettore del seminario interdiocesano di San Salvador, direttore di riviste pastorali e segretario della Conferenza Episcopale dell’America Centrale e di Panama.
È un uomo conosciuto per la sua posizione conservatrice e tradizionalista. Nel 1977, diventa a sorpresa arcivescovo di San Salvador e in molti sperano che con lui la Chiesa di San Salvador si sciolga da ogni impegno sociale e politico. Ma, di fronte all’oppressione e allo sfruttamento del popolo, osservando gli squadroni della morte che uccidono contadini, poveri e preti impegnati, il vescovo capisce di non poter fare a meno di prendere una posizione chiara.
Istituisce una Commissione per la difesa dei diritti umani; le sue Messe cominciano a diventare affollatissime; memorabili le sue denunce dei crimini di stato che ogni giorno si compiono. «Nel nome di Dio e del popolo che soffre vi supplico, vi prego, e in nome di Dio vi ordino, cessi la persecuzione contro il popolo», dice il 23 marzo 1980, nella sua ultima predica in cattedrale.
Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, un sicario si intrufola nella cappella dell’ospedale, dove Romero sta celebrando, e gli spara al cuore, mentre il vescovo alza il calice al momento dell’offertorio. Subito considerato come martire dal popolo salvadoregno, la causa della sua beatificazione inizia nel 1977. Il 03 febbraio 2015 papa Francesco ha riconosciuto il martirio del vescovo Romero e lo ha beatificato il 23 maggio 2015.