Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-16.23b-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, Io Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto,ciò che io vi ho detto».
L’apostolo prediletto “anticipa” alla stessa sera di Pasqua la discesa dello Spirito Santo e l’apparizione agli Undici. Il Maestro non vuole lasciare i suoi discepoli confusi, soli e abbandonati nel cenacolo e, per vincere definitivamente ogni loro paura, prende l’iniziativa: appare mostrando i segni della passione, dà la pace e affida una missione. Ciò però non basta ad annullare le loro paure: otto giorni dopo sono ancora nel cenacolo per paura dei giudei; cinquanta giorni dopo stanno ancora li , a porte chiuse, impauriti e incerti. Quanta fatica fanno a nascere davvero! È necessario allora che lo Spirito riporti al cuore la Parola. Al cuore, non alla mente. Così la fede prende il posto della paura, la pace sostituisce il turbamento e nella libertà e nel dono di sé nasce un nuovo orizzonte, in cui tutti gli uomini sono chiamati a dialogare e a sentire come proprio il progetto di vita che li accomuna in quanto creature. I segni che indicheranno questo cammino sono quelli della passione: segni. dell’amore che ha condotto il Signore alla croce, per assicurare che quell’amore, spinto all’eccesso, non verrà mai meno. Il dono più grande che il Padre può farci è il suo Spirito «Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Lo Spirito Santo rende chi lo accoglie capace di amare come Gesù. Il comandamento nuovo dell’amore non consiste nel conformarsi a una legge esterna o nel puro esercizio delle capacità naturali, ma diventa possibile grazie all’azione dello Spirito consolatore, che tocca profondamente il cuore dell’uomo e trasforma il suo agire in modo da renderlo “dimora” per gli altri. Dalla sera di Pasqua è iniziata la nuova creazione: riesci a riconoscerne i segni nella tua vita e nell’orizzonte più ampio della storia in cui vivi?