Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,1b-17)
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. li giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
In questo brano troviamo dei parallelismi che colpiscono la mente e in qualche modo ci emozionano. Il più evidente è quello eucaristico, che ci fa riflettere su come la nostra vita, unita a lui, può diventare rendimento di grazie. La preoccupazione degli apostoli è tutta tesa al fatto che la folla dei cinquemila, intenta ad ascoltare Gesù, non ha mangiato nulla e non c’è tempo per trovare sul posto una soluzione. Questa preoccupazione è molto vicina alla nostra sensibilità di cristiani di oggi, cosi razionali e di poca fede. Si va per le vie brevi, diversamente è impossibile sfamare tanta gente. Così gli apostoli suggeriscono: «Congeda la folla». Ma la risposta di Gesù ai bisogni della gente è immediata: «Voi stessi date loro da mangiare» e prepara Lui stesso un banchetto per tutti, con sovrabbondanza. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è il miracolo che Dio compie in noi e per noi ogni volta che siamo disposti ad accoglierlo. Abbiamo e siamo circondati da tante cose, forse anche inutili, ma non ce ne rendiamo conto e comunque ne ricaviamo un senso di insufficienza. Vediamo gli eventi intorno a noi sempre con la stessa luce, non con quella nuova. Ancora oggi il miracolo del pane continua a compiersi per metterci negli occhi quella luce nuova, capace di farci scoprire che Dio ci dona non solo ciò che è necessario ma molto di più: «Furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste». Dio ci prov6ca in ogni fase della vita. Basta fidarsi ed essergli fedeli per vedere compiersi le sue meraviglie. Lui ci chiede il coinvolgimento diretto nel donare i pochi pani e pesci e nel distribuire alla folla il suo cibo. La nostra partecipazione all’Eucarestia comporta il coinvolgimento della nostra vita, in un dinamismo di dono, offerta e servizio?